Le femmine del babbuino di Mechi Cena

“Le Femmine del babbuino” di Mechi Cena (casa editrice Le Mezzelane, 2016) è un avvincente noir dal profondo respiro storico.

Il racconto parte dalla Somalia, è il 1943 e le femmine del babbuino ucciso dall’uomo bianco, reclamano vendetta. Sbattono sul tetto di lamiera della baracca, urlano, non si danno pace e non la danno all’uomo che ha ucciso il loro maschio e a sua moglie incinta che sta per partorire. Il silenzio in quella terra sperduta d’Africa, tornerà solo quando il vagito del bambino appena venuto alla luce, soffocherà le grida e l’ossessivo tambureggiare sui tetti di lamiera delle scimmie.
Con un salto temporale, ci troviamo nel 1983, in Unione Sovietica, con un ufficiale del KGB al comando di un cargo russo, carico di armi che naviga sul mar Baltico diretto in Africa. Intanto in Italia, all’isola d’Elba, sulla spiaggia delle Ghiaie di Portoferraio, viene trovato un cadavere senza documenti e il commissario Laitano, calabrese di origine, poi trasferito sull’isola, inizia le sue indagini.
Ambientato prevalentemente nel 1983, anno cruciale della storia italiana, l’anno del primo governo socialista, il romanzo narra vicende che si dipanano tra avventurieri senza scrupoli, servizi segreti deviati, bellissime prostitute e faccendieri. Il commissario Laitano, protagonista del libro, è un personaggio tenero e disincantato che per ricomporre il puzzle di storie che s’intrecciano e scoprire una parvenza di verità, dovrà arrivare fino in Africa, nella Somalia di Siad Barre, e fare i conti con gli strascichi del colonialismo italiano e dell’imperialismo sovietico e americano.
E in un villaggio sperduto di quella terra d’Africa, potrà annusare insieme all’odore della pianta d’incenso, anche quello di una parziale verità. Nel mezzo c’è l’Isola D’Elba con il suo vento di scirocco, che quando soffia

“rende tutti pazzi”

Livorno e la costa tirrenica con il suo

“lungomare, (...) battuto da una luce crudele, che neanche d’inverno lascia spazio al chiaroscuro”

Firenze, Roma e altre città italiane. Il commissario Laitano che

“adorava la settimana enigmistica. ‘Forse non tutti sanno che’ (la rubrica, n.d.r.) che mette insieme capra e cavoli, cose che stanno sulla stessa pagina e non c’entrano niente l’una con l’altra. Ma stanno lì e qualcuno le mette insieme”.

Questa è la verità che Laitano ci fornisce, sulla vita, sul mondo, sulla morte e ci accompagna alla fine del libro lasciandoci con la voglia di ritrovarlo presto.