Le isolane
- Autore: Antonio Seccareccia
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2016
“Le isolane” (Elliot 2016, Postfazione di Antonio Colasanti) è la raccolta di racconti dello scrittore e poeta Antonio Seccareccia (Galluccio, CE, 22/12/1920 - Frascati, RM, 20/05/1997), fondatore nel 1959 del Premio Nazionale di Poesia Frascati, pubblicata per la prima volta nel 1960 dalla casa editrice Lerici nella collana curata da Romano Bilenchi e Mario Luzi, ora riedita dalla casa editrice romana Elliot.
Quattro racconti lunghi che hanno come protagoniste quattro donne d’isola, simili a quelle che il carabiniere Seccareccia aveva conosciuto nel Mar Egeo durante la II Guerra Mondiale, dapprima soldato in Libia e poi in Egeo quando aveva lasciato la sua terra natale per andare a combattere.
“Se potessi tornare indietro, farei il contadino per tutta la vita. La Natura non tradisce mai chi la conosce e l’ama: gli uomini sì”
amava dire il sensibile autore che qui dipinge con mano felice e limpida quattro ritratti di donne dalla forte personalità.
Panaiulla viveva a Lindos, suggestivo villaggio di case bianche che si trova a circa 55 chilometri da Rodi Città lungo la costa orientale dell’isola. Il paesino ora era quasi deserto, la gente si era trasferita più a sud, dove la maggior parte degli isolani possedevano un pezzo di terra e dove si recavano a passare l’estate. Il soldato italiano cercava Niko per condurlo al carcere ma l’uomo risultava introvabile, eppure sia Panaiulla e sia Agapitò conoscevano il luogo dove si nascondeva Niko, ma non parlavano. Il soldato italiano comprendeva il riserbo dei paesani, un giorno lui sarebbe partito, avrebbe lasciato l’isola, mentre
“loro sono greci e quando sarà passata questa tempesta, si ritroveranno e saranno più amici di prima”.
Non esiste mare più azzurro di quello greco, anche in tempo di guerra dove gli uomini erano costretti ad ammazzarsi tra di loro, facendo guadagnare chi li faceva ammazzare. Non esiste sguardo più fiero di quello di Panaiulla che si sarebbe concessa al soldato italiano solo per paura della solitudine.
“La solitudine, anziché avvicinarci, ci divideva”.
Xeni, una ragazza di Rodi, l’amore di gioventù del sergente Marco, partito per la guerra che non aveva ancora vent’anni. Xeni aveva uno strano carattere e diceva sempre che non riusciva ad attaccarsi a nessuno, prima si era sposata con un greco, poi l’aveva lasciato per andare a vivere con un italiano e quando quest’ultimo era stato costretto ad abbandonare l’isola, lei era rimasta sola e si era perduta, era diventata una prostituta. Fantasma di un amore mai ritrovato.
“Mi aveva fatto solo soffrire e benedicevo il mare che c’era tra noi e ci divideva, altrimenti sarei tornato nell’isola e l’avrei sempre seguita, anche se non era capace di volermi bene”.
Estenia, alta, occhi azzurri e lunghi capelli scuri, che confessa “di non essere più ragazza” e Maritza nata a Smirne ma desiderosa di conoscere il Belpaese.
“Quando sarà finita la guerra, farò un lungo viaggio. Voglio stare in Italia almeno due mesi e girarla tutta. Sto mettendo già da parte il denaro”.
Quattro donne aspettano che il conflitto metta la parola fine ai lunghi anni di morte, devastazione, dolore; nei loro cuori vi è la solitudine (Panaiulla), l’amore taciuto (Xeni), la favola (Estenia) e l’epos, lo stato epico (Maritza), come ricorda nella Postfazione “Sarabanda per un poeta” Antonio Colasanti.
“Mi chiesi perché Panaiulla s’interessasse così a me, e conclusi che forse era solo per stare un po’ in compagnia e parlare”.
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