Le maschere dell’orrore
- Autore: Stephen King
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
“State per entrare in un regno new ghotic dove nulla e nessuno è davvero come appare. Un luogo nascosto alla vista, annidato nei recessi più bui della mente, in attesa del momento perfetto per rivelarsi, solo per spaventarvi”.
Tanto scrive - sulle orme classicheggianti di The twilight zone - Stefano Fantelli, introducendo i climi di “Le maschere dell’orrore” (Cut-Up 2018). C’è da prenderlo in parola: leggere “Le maschere dell’orrore” significa leggere un’antologia di racconti a fumetti mozzafiato. Mozzafiato e di spessore: alcune delle migliori espressioni dell’horror made in USA (fra gli altri Stephen King, Robert R. Mc Cammon, Paul Dale Anderson, Mort Castel) rivisitati in storie e disegni dai tratti realistici, e forse (anche) per questo più agghiaccianti.
Che volete che siano le apocalissi zombie o le disavventure dentro case infestate, al confronto con l’orrore che cova sotto le tegole del quotidiano? L’aspetto che colpisce in primo luogo di questa antologia è infatti l’estrazione universale dell’orrore. Un orrore subdolo. Strisciante, in quanto prossimo alla superficie della vita di ogni giorno, contiguo cioè alla normalità.
L’orrore che potrebbe attestarsi nello scarto sottile tra realtà e allucinazione. Oppure tra le pieghe anonime del tran tran metropolitano. Un orrore potenzialmente sociale – estendibile a chiunque -, prima ancora che scaturigine oltremondana.
L’insolito che si trasforma in paura nel livido “Rail Raider” d’apertura, come il mostruoso che non ti aspetti sotteso al kinghiano “Popsy”, che chiude. Il raccapriccio senza fine dei fantasmi del Vietnam di “Nightcrawlers” e quello pandemico dell’originalissimo “Morbido”. O quello di “Un miliardo di mostruosità” e “Meglio di uno”, entrambi attestati sulla linea di bordo del disagio mentale. E ancora “The crushing death” ("La morte per schiacciamento") e “Prendi la mia mano, figlio mio”. Come dire stazioni oscure del sogno americano attraverso racconti fiammeggianti delle fiamme dell’inferno e tenebrosi della tenebra dell’animo umano, affrescati apposta per le ore piccole. Otto storie a fumetti per non dormire. Per azzardare letture fuor di metafora e spingersi sin dentro le zone d’ombra di una vita che, piuttosto che sogno (che il fantasma di Calderon de la Barca possa non volermene) riesce ad assumere i connotati dell’incubo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le maschere dell’orrore
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