Se in una giornata estiva, sdraiati sul bagnasciuga, vi siete ritrovati a guardare il mare affascinati, sappiate che non siete gli unici. Il mare è sempre stato una grande fonte di ispirazione per grandi artisti e in particolare per grandi poeti, che hanno messo per iscritto quelle sensazioni poetiche che il grande panorama blu suscita in ognuno di noi.
Vi proponiamo una serie di poesie selezionate sul mare che affrontano questo forte fascino per le onde e le acque.
Le migliori poesie sul mare
Dopo aver raccolto i migliori aforismi e frasi sul mare e le più significative poesie sull’estate, ecco di seguito le poesie che meglio rappresentano le sensazioni che possono scaturire dal mare, dall’attrazione per la vastità a perdita d’occhio, ai misteri che cela negli abissi, al profumo e alle storie che racconta.
M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare;
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco, sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
Qui nell’isola
il mare
e quanto mare
esce da sé stesso
in ogni momento,
dice di sì, di no,
di no, di no, di no,
dice di sì nell’azzurro,
nella spuma, nel galoppo,
dice di no, di no.Non può stare tranquillo,
mi chiamo mare, ripete
battendo su una pietra
senza ottenere di convincerla,
allora
con sette lingue verdi
di sette cani verdi,
di sette tigri verdi,
di sette mari verdi,
la percorre, la bacia,
la inumidisce
e si colpisce il petto
ripetendo il suo nome.Oh mare, come ti chiami,
oh compagno oceano,
non perdere tempo e acqua,
non scuoterti tanto,
aiutaci,
siamo i piccoli
pescatori,
gli uomini della riva,
abbiamo freddo e fame,
sei il nostro nemico,
non colpire così forte,
non gridare a questo modo,
apri la tua cassa verde
e offri a tutti noi
tra le mani
il tuo regalo d’argento:
il pesce di ogni giorno.
S’è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.Lameggia nella chiarìa
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto co’ tuoi raccolti diti
protesi in alto, guarda:sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: ché tutte le cose pare sia scritto:
“più in là”.
Uomo libero, amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio: tu contempli l’anima tua
nell’infinito muoversi dell’onda
E il tuo spirito non è abisso meno amaro.Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine;
l’abbracci con gli occhi e con le braccia,
e a volte il cuore si distrae dal suo battito
al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento.Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d’ogni vostro segreto.Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate fra voi,
talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!
Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.
Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
M’hanno portato una conchiglia.
Le canta dentro
un mare di carta
Il mio cuore
si colma d’acqua
con pesciolini
d’ombra e d’argento.
Mi hanno portato una conchiglia.
Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare,
questo un altro, ed i tre
solo il presagio fosserod’un infinito di mari
non visitati da riva
il mare stesso al mare fosse riva
questo è l’eternità.
Salve, o gran mar! Come un eterno aprile
Al canto sempre il riso tuo m’invita
E mi fa ne la carne invigorita
L’onda bollir del sangue giovanile.Salve, adorato mar! Sgomento al vile,
Tripudio al valoroso, all’egro vita,
Mistero immenso, gioventù infinita,
Bellezza formidabile e gentile!T’amo allor che l’immane ira nei liti
Frangi, dei lampi al funeral bagliore,
Amo i tuoi flutti enormi e i tuoi ruggiti;Ma più assai de’ ruggiti il tuo sussurro
Lento e solenne che addormenta il core,
O sterminato cimitero azzurro.
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L’ode al mare di Edmondo De Amicis
Per sempre camminerò su questi lidi,
Tra la sabbia e la spuma,
L’alta marea cancellerà le mie orme,
E il vento soffierà via la spuma.
Ma il mare e la spiaggia rimarranno
Per sempre.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le migliori poesie sul mare: da Pascoli a Baudelaire
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Come questo mare
mi strazio
mi tormento
mi accanisco
mi lacero
mi logoro
fremo
poi
mi placo.
E ancora
infurio
mi frantumo
mi dimeno
mi contorco
irrompo
quindi
mi abbandono.
Come il mare
non so darmi pace,
come questo mare
non mi lascio stare.
Mi ignoro
mi chiamo
mi violento
mi infrango
mi anniento
e
urlo
rimbombo
calpesto
fracasso
devasto
rovino
soverchio
mi pento
me ne vado
mi cerco
mi vedo
infine
mi perdo.
Michele Gentile