Le sovrapposizioni
- Autore: Gabriella Pirazzini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2023
In Le sovrapposizioni (Giraldi, 2023), ultimo lavoro della valente Gabriella Pirazzini, l’autrice indossa le vesti ed esplora l’anima di Marco, un cinquantaseienne affetto da una patologia debilitante che all’improvviso e anzitempo gli ha cambiato la vita, aprendo una alla volta le scatole della sua memoria, fino al suo cuore, alla sua nostalgia, fin dentro il suo dolore.
Gabriella Pirazzini, giornalista e scrittrice, figlia d’arte (suo padre era l’inviato sportivo Ezio Pirazzini), ha pubblicato diverse raccolte di racconti, poesie, e i romanzi Minuetto e altri racconti (2016), La misura (2018), Il ritardo (2020).
L’autrice viaggia nel tempo, nella storia di Marco, esamina e osserva il protagonista a un punto della sua vita solitaria, nelle sovrapposizioni delle trascorse occasioni, legami, segreti, incontri, sogni. Tesse i suoi ricordi che affollano il presente ora che è malato, alla ricerca di se stesso, del suo Io di carne e ossa come è magistralmente rappresentato dalla bellissima copertina con un particolare del Quadro specchiante di Michelangelo Pistoletto:
Esiste la persona che si specchia ed esiste nella sua molteplicità di reazioni.
Un volo nel passato, scrive Lucrezia Argentiero, nella prefazione al libro, che sfiora prima le cose belle, poi ricade nel dolore di un’esperienza traumatizzante e infine risale nella gioia di vivere.
È un libro dolente per la scrittrice Katia Dal Monte che firma l’introduzione, che non dà tregua e non permette abbandoni.
Marco ha scelto di vivere in campagna, dopo la fine del matrimonio con Clara. Seduto alla scrivania ereditata dal nonno, larga, antica, guarda fuori la veranda, un portico con attorno alberi, aiuole, fiori.
Avrebbe avuto ancora un paio d’anni da trascorrere dignitosamente, poi sarebbe sopraggiunto il declino. Aveva dovuto accettare di arrendersi alla vita, al destino. Dopo una notte di dolori e paura aveva in mente un unico pensiero, chiedere “scusa”.
Così aveva deciso della sua poca vita a venire: chiedere scusa a tutte le persone che aveva ferito, o dichiarare l’amore che non aveva potuto donare...
Si sente stanco, prende le scatole della memoria e ne guarda il contenuto: biglietti aerei, lettere, taccuini, ricevute di ristoranti, hotel, sassi, conchiglie, foglietti con numeri di telefono, indirizzi. Ricordi di amarezza, imbarazzi, stupore, di promesse infrante, di abbandoni, di gioia, di pentimento. Marco aveva con ordine conservato le tracce della sua vita, le emozioni che faticano a sciogliersi, i ricordi di donne, di luoghi.
“Ogni scatola è un racconto a sé, una storia chiusa del passato che si rinnova nel ricordo del presente...”
La sua vita dal Nord al Sud del mondo. Dai monasteri e piccoli villaggi della Grecia, alla Galizia figlia della pietra e del mare; dalla Silicon Valley in Israele alla Vienna asburgica, netta e squadrata; dalla Normandia e il brivido delle bianche scogliere ad Abu Dhabi con i suoi grattacieli futuristici fino in Scozia, terra di scrittori e condottieri, di whisky e ironia. Il primo lavoro impresso come il primo amore, gli incontri degli inizi e poi l’impegno spesso logorante che lo aveva portato a lavorare in diverse aziende in giro per il mondo. Amori disseminati, emozioni travolgenti, luoghi infiniti, litigi, abitudini perse, tradimenti senza volerli. Cosa cercava adesso Marco? Un’assoluzione per potersi congedare da tutti? Ricorda Amira, dopo l’abbandono di Clara, la donna della sua vita, la musicalità della sua voce, in una terra calda e inondata di profumi di spezie, il desiderio di lei.
Il loro primo appuntamento, giorni pieni di seduzione, chissà se Amira lo ricorda ancora. E il comitato d’accoglienza in un serata negli Emirati, un drappello di donne vestite con abiti coloratissimi con chiome fluenti e bellissimi gioielli, tra le quali Ahlam, la più bella, per poi scoprire la sua vera nazionalità; la giornalista di riviste rosa Samantha, in un momento complicato della sua vita; Ginevra e il suo pessimismo perenne.
Marco era diventato insolitamente curioso nel dare voce alle sue storie del passato, rileggere i suoi pensieri, avvertire di nuovo le ferite e i fallimenti. Sentiva di amare le parole che sanguinavano, quelle che facevano male.
Si domandava se aveva più sofferto o fatto soffrire: la domanda classica che ci si pone sul margine, se si mantiene la testa a posto in prossimità di lasciare la vita piena.
In ogni donna aveva cercato Clara. Clara, che si era abituata alle sue lunghe assenze e che gli aveva detto, dopo il divorzio, che sarebbe stato perfetto come donna, romantica e fredda, mentre come uomo era candidamente scorretto.
Marco aveva compreso solo ora quanto avesse dato per scontata la presenza di Clara, gli bastava che lei ci fosse quando ritornava, un abbraccio, due chiacchiere, lenzuola pulite da condividere.
Quando si è felici si cerca il tempo.
Forse è la malattia, l’impossibilità di sentirsi interi, ma Marco vuole sistemare al meglio le cose, trascrivere i pensieri e i nomi per non dimenticarli.
L’unicità della vita tramutata in ricordo, ogni nome, ogni luogo, ogni data, tornano danzando al loro posto e l’importanza di rimettere in fila le cose in quell’attimo in cui la malattia pareva in attesa.
Le sovrapposizioni
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