Le torri del silenzio
- Autore: Paul Scott
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2022
Il romanzo di Paul Scott Le torri del silenzio (Fazi, 2022, trad. Stefano Bortolussi) è il terzo volume delle quattro opere che costituiscono The Raj Quartet ed è incentrato sulle vicende degli inglesi in India negli anni di guerra 1939-45. Il volume mantiene il ritmo delle narrazioni precedenti, avviandosi verso l’era in cui il Raj inglese sta per finire nella dispersione.
Paul Scott riprende personaggi ed episodi presenti sia ne Il gioiello della corona che ne Il giorno dello scorpione, ma la violenza già narrata nei libri precedenti ora è interiore: molti eventi già descritti nei primi due volumi vengono ripresi e rivisti attraverso gli occhi di un nuovo personaggio. Barbara Batchelor, detta Barbie, è una distinta insegnante in pensione al termine di quello che era stato il suo incarico di sovrintendente di un sistema scolastico missionario. Il Quartet è stato raccontato da più prospettive sin dall’inizio, ma la maestria di Paul Scott traspare in particolare con Barbie, l’anziana signorina animata dall’amore di Dio.
“A quanto sembrava, Barbie non desiderava altro che la sua pensione e la libertà di andare dove voleva e fare quello che le piaceva. Fece sapere di avere già i suoi programmi. Disse che non intendeva trascorrere gli anni a venire nell’ozio. Avrebbe trovato un pied-à-terre e si sarebbe dedicata al volontariato […]. In realtà, non aveva alcun programma e nessuna idea di dove andare e di cosa fare. Le sarebbe piaciuto rendersi utile a qualcuno o a qualcosa […]. Credeva in Dio, in Cristo Redentore e nell’esistenza del Paradiso praticamente da sempre”.
La protagonista trova un posto in cui vivere come ospite pagante presso l’anziana Mabel Layton, un membro dell’aristocrazia inglese in India, al Rose Cottage di Pankot. Barbie e Mabel diventano presto buone amiche. Molti a Pankot sono rimasti colpiti dal fatto che Barbie si sia trasferita da Mabel piuttosto che presso la nuora di quest’ultima, Mildred, e le sue due figlie Susan e Sarah, ma Barbie va decisamente più d’accordo con Mabel. Le due vivono una vita tranquilla, piuttosto isolata, lontano dal trambusto dell’accampamento, e inoltre Barbie non è particolarmente gradita a Mildred e sua figlia Susan, mentre l’altra figlia Sarah è più gentile nei suoi confronti.
In un momento di confidenza, Mabel dice a Barbie che desidera andare a Ranpur solo quando sarà sepolta, cosa che Barbie interpreta nel senso che vuole essere seppellita vicino alla tomba del suo defunto marito, James Layton. Questo desiderio, però, con dolore di Barbie, alla morte di Mabel non sarà preso in considerazione dalla famiglia Layton.
Il romanzo ha un cast corale che ruota intorno a un evento centrale: lo stupro di Daphne, al centro del primo romanzo del Raj Quartet. In questo romanzo Daphne Manners è morta e Paul Scott si sofferma di più su altri personaggi della famiglia Layton: ci racconta del matrimonio tra Susan Layton e Teddie Bingham e inoltre l’autore fa più luce sulla giovane Sarah Layton, affezionata a Barbie.
L’anziana signorina Batchelor, alloggiata presso i Layton, vive i grandi eventi de Il giorno dello scorpione e dei successivi romanzi proprio insieme alla famiglia, ma come ogni essere umano ha una propria vita ricca di altri pensieri che a volte non hanno nulla a che fare con i punti di vista altrui. Perciò, pur narrando Paul Scott principalmente degli stessi episodi e degli stessi personaggi, la storia, attraverso gli occhi di Barbie, ha sembianze simili nella narrazione degli eventi, ma nell’interpretazione della realtà a volte assume tratti diversi.
Spesso, direttamente o non, le nostre vite si intersecano con quelle degli altri, ma ogni personaggio ha propri punti di vista e modi di interpretare gli eventi.
L’impero britannico sta per finire: gli inglesi hanno avuto l’India, l’hanno governata, l’hanno usata, ma non l’hanno mai capita e il loro più grande fallimento sta nella mancanza di attenzione, nel non curarsi di una società e di una civiltà millenaria.
Riguardo al significato del titolo, perché si parla di silenzio? Barbie, una donna abituata a insegnare, è rimasta piuttosto loquace, ma alla fine, ben prima della sua morte, viene messa a tacere da un accadimento imprevisto. La perdita della voce è tanto significativa per lei quanto la perdita della vista per un artista o dell’udito per un musicista.
La vicenda s’avvia al finale:
“Levò un dito con fare interrogativo e ammonitorio, esigendo solo un breve istante di silenzio per il piccolo suono tanto atteso: quello della sua esistenza”.
Le torri del ailenzio sono reali, esistono. Incombono in lontananza, e Barbie le vede circondate da uccelli che volteggiano e piombano. Gli uccelli sono avvoltoi e le torri appartengono ai Parsi, gli indiani musulmani.
Con quest’immagine de Le torri del silenzio, Paul Scott prefigura il suo capitolo finale, l’ultimo capitolo del Raj, il preludio della fine di un lungo periodo storico.
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