Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi di Umberto Eco

Umberto Eco, filosofo, semiologo, romanziere e massmediologo, è uno degli intellettuali italiani più importanti degli ultimi decenni. Nella sua vita ha scritto libri importantissimi che, in un modo o nell’altro, sono entrati a far parte del percorso formativo di molte persone.
Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi (La nave di Teseo, 2020), uscito quattro anni dopo il famoso Trattato di semiotica generale, è un testo strepitoso che riesce in qualcosa di difficilissimo, cioè spiegare come un lettore si approcci a un racconto, come lo capisce, come lo interpreta, come lo stravolge e, alcune volte, come viene ingannato.

Ecco, ora si rompono gli indugi e questo lettore, sempre accanto, sempre addosso, sempre alle calcagna del testo, lo si colloca nel testo. Un modo di dargli credito ma, al tempo stesso, di limitarlo e di controllarlo. Ma si trattava di fare una scelta: o parlare del piacere che dà il testo o del perché il testo può dare piacere. E si è scelta la seconda strada.

Il libro di Eco, parlando nello specifico di semiologia, può risultare particolarmente ostico a un neofita ed è per questo che, nelle prime settanta pagine, vengono date le basi per comprendere l’argomento. Oltre all’introduzione, l’autore non si perde in chiacchiere e sviscera sin da subito la sua tesi; infatti, già al capitolo 3, si parlerà del ruolo del lettore all’interno di un testo narrativo, spiegando in che modo uno scrittore (che verrà definito empirico) produce la sua opera pensando come destinatario un Lettore Modello, ovvero il tipo di persona che dovrà recepire determinate informazioni.
Se si sta scrivendo un saggio accademico, il proprio testo non avrà come riferimento un pubblico generalista, ma punterà a comunicare con altri accademici che comprendono la materia trattata.

Ogni libro ha un suo Lettore Modello, il quale si distingue dal Lettore Empirico. La differenza tra i due è la stessa che c’è tra Autore Modello e Autore Empirico: uno è quello che ci si aspetta, mentre l’altro è quello reale.
Usando lo stesso esempio di prima, un saggio accademico avrà come Lettore Modello i professori universitari o gli esperti del settore preso in esame, ma questo non vuol dire che una persona con nessuna base dell’argomento non possa scoprire quel testo e leggerlo. In tutti e due i casi, il neofita e il docente sono i Lettori Empirici, cioè coloro che entrano in contatto con l’opera, e la loro presenza non deve per forza rispettare la proiezione iniziale dell’Autore Empirico.

Per organizzare la propria strategia testuale un autore deve riferirsi a una serie di competenze che conferiscono contenuto alle espressioni che usa. Egli deve assumere che l’insieme di competenze a cui si riferisce sia lo stesso a cui si riferisce il proprio lettore. Pertanto prevederà un Lettore Modello capace di cooperare all’attualizzazione testuale come egli, l’autore, pensava.

Nonostante possa sembrare di difficile comprensione, Lector in fabula tocca con calma e nel dettaglio tutti i punti più interessanti del tema, aiutandosi con numerosi esempi pratici e schemi grafici, mettendo in luce l’importanza dell’enciclopedia di ciascuno di noi, l’incredibile pigrizia del romanzo come mezzo di comunicazione, la funzione della sospensione d’incredulità in un racconto, la relazione tra personaggi di finzione, il significato dei mondi possibili e il ruolo dell’Autore Modello.

Il saggio di Umberto Eco è immenso e permette al suo pubblico di acquisire una maggiore consapevolezza e confidenza nei confronti dei testi, delimitandone i confini ed evidenziandone le infinite possibilità. Racchiudere in poche righe lo spessore di quest’opera è impossibile, l’unico consiglio che si può dare è quello di immergersi in un libro fondamentale per tutti gli appassionati, e non, della narrativa.