Lettere d’amore tradite
- Autore: Gottfried Keller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2015
Di Gottfried Keller (1819-1890), il più famoso scrittore svizzero dell’Ottocento, l’editore Elliot ha pubblicato nel 2015 un romanzo breve molto godibile, Lettere d’amore tradite, che unisce in sé i caratteri dello studio sociale, dell’introspezione psicologica e della commedia degli equivoci.
Il racconto esplora ironicamente i meandri dell’animo smanioso e risentito del protagonista, il commerciante Viktor Störteler, chiamato da tutti Viggi, sposato con una signora semplice e gentile, Gritli, soddisfatta del tranquillo ménage domestico e dell’esistenza piccolo borghese nel paesino di Seldwyla.
A differenza delle scarse ambizioni sociali della moglie, Viggi nutre tormentanti aspirazioni letterarie, una smodata brama di successo e di riconoscimenti culturali. Inizia a redigere alcuni saggi di costume, che invia a riviste locali, senza riceverne alcun riscontro. Passa allora a scrivere con lo pseudonimo di Kurt Dalbosco racconti che di tanto vengono pubblicati sui giornaletti della provincia, gonfiandolo di borioso orgoglio.
Frequenta circoli di aspiranti artisti, riuniti nei locali pubblici della zona, tutti impegnati a commentare reciprocamente le proprie composizioni, con la speranza di ottenere imperitura fama nel mondo delle lettere.
Nel tempo libero dal lavoro che lo porta spesso a girare per il cantone di Berna, Viggi si dedica all’osservazione puntuale delle persone, dei luoghi, della natura circostante, cercandovi ispirazione e prendendo appunti su un taccuino per una successiva rielaborazione formale. Si fa crescere i capelli e inforca sul naso occhiali con lenti di vetro, convinto così di assumere un aspetto più intellettuale. Ovviamente, diventa senza accorgersene oggetto di scherno per gli abitanti del paese, ma continua imperterrito a produrre articoli e novelle, nella convinzione di poter ottenere la meritata popolarità.
Improvvisamente gli attraversa la mente una luminosa idea: quella di includere l’ingenua mogliettina Gritli nella sua attività letteraria, utilizzando la formula dell’epistolario amoroso. Cerca pertanto di coltivare l’istruzione della sua sposa, imponendole approfondite letture filosofiche. Alla spaventata e sprovveduta donna il compito risulta da subito arduo e deprimente, in particolare quando il marito inizia a inviarle pretenziose lettere d’amore pretendendo da lei risposte stilisticamente adeguate.
Sentendosi incapace di esaudire le pretese di Viggi, Gritli escogita quindi un sotterfugio per uscire dall’umiliante situazione in cui si trova costretta.
Il vicino di casa Wilhelm, un giovane maestro timido e introverso, affascinato dalle donne che non riesce ad avvicinare per un opprimente complesso di inferiorità, le sembra lo strumento più appropriato cui ricorrere per salvarsi. Ricopiando le lettere del marito e modificandone intestazione, suffissi e pronomi, fa credere al giovane che siano messaggi d’amore diretti a lui, e ne riceve di rimando risposte eleganti e appassionate. Di nuovo intervenendo sui testi, invia l’epistolario, sempre più fitto e intenso, a Viggi, che rimane commosso e grato.
Quando per un caso fortuito l’inganno viene alla luce, i rapporti tra i due coniugi diventano tesissimi, arrivando addirittura a un processo e al successivo divorzio.
Ma mentre Gritli vive con dignitoso sollievo la separazione, Viggi sconta a caro prezzo il suo presuntuoso maschilismo. Finisce infatti per risposarsi con una donna avida e lagnosa, e per sfuggire dalle grinfie di lei si immerge con sempre maggiore testardaggine nelle sue insulse composizioni.
L’unica persona che trae vero profitto da tutta questa vicenda è il giovane maestro Wilhelm, che allontanato dall’insegnamento per lo scandalo di cui era stato inconsapevole protagonista, finisce per dedicarsi con successo all’agricoltura e alla meditazione, creandosi nei dintorni la fama di eremita dispensatore di saggezza e spiritualità. E poiché tutto è bene quel che finisce bene, il romanzo di Gottfried Keller si conclude, secondo i canoni della narrativa popolare ottocentesca, in maniera inaspettata e romantica, che spetterà all’eventuale lettore scoprire.
Lettere d'amore tradite
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