Lettere di Corsa. Una vita come meccanico Ferrari
- Autore: Bruno Solmi
- Anno di pubblicazione: 2010
Sembra quasi di essere indiscreti nel voler leggere questo libro, una raccolta di lettere intime scritte da Bruno Solmi, meccanico Ferrari, e dai suoi cari. New York, Buenos Aires, Caen, Olanda, Parigi: le lettere provengono davvero da ogni parte del mondo e sono proprio quelle corse tanto amate a tenerlo così lontano dai genitori e dalla fidanzata Amedea.
Dedito al lavoro, preciso e meticoloso nel suo operare e con una grande passione per le corse, dalle lettere inviate ai propri cari durante i lunghi periodi di permanenza all’esterno che il lavoro di meccanico lo costringevano a sopportare, emerge ben presto però come il desiderio più grande di Bruno non fosse tanto quello di viaggiare sempre e così lontano da casa, quanto piuttosto quello di poter stare accanto alla sua famiglia e ai propri cari nella sua terra d’origine.
Essere meccanico Ferrari era una passione per Bruno, ma anche e sempre più con il passare degli anni, un lavoro. Un’occupazione che andava fatta per potersi costruire una famiglia, ma che allo stesso tempo lo teneva lontano dai suoi cari, e lo faceva trepidare nell’ansia di ricevere notizie da loro. Le lettere portano messaggi d’amore, di affetto, raccontano semplici aneddoti capitati durante la giornata o durante una corsa… sono rivolte alla ragazza, alla mamma, che si preoccupa che abbia sempre i panni ben puliti, e si informa sulla sua salute, o alle sorelle, poi man mano che la raccolta epistolare si infittisce anche ai suoi figli. L’attesa di ricevere notizie del loro primo giorno di scuola, le promesse di “fare i bravi” strappate tra una lettera e l’altra, e le rinnovate dichiarazioni d’amore alla sua Amedea.
Sembrano lettere di un poeta romantico quelle che scrive alla fidanzata, che poi diverrà sua moglie, eppure sono semplici parole, dettate dal cuore, che lasciano trapelare tutta la nostalgia e la tristezza di un amore vissuto da lontano, scritte ieri come se fosse oggi perché i sentimenti più semplici, ma anche più profondi, come l’amore, sono davvero eterni.
La passione l’affetto e la costanza messe sempre nello scrivere queste lettere, nonostante la stanchezza, nonostante magari una giornata storta, o le poche ore di sonno alle spalle, mostrano davvero come Bruno tenesse alla sua famiglia, e desiderasse mantenere saldi i legami con i propri cari, anche perché per un uomo come lui, sempre in viaggio, era fondamentale che, alla dinamicità dei motori e della propria vita, si contrapponesse immutabile, la stabilità degli affetti.
Con queste “lettere di corsa” infatti, Bruno Solmi, inconsapevolmente, grazie alla sua passione per le macchine, ma soprattutto per la famiglia, ci mostra come non si possa sempre vivere sempre di corsa, con la frenesia che contraddistingue tanto anche i giorni nostri; ogni tanto è bene anche rallentare, e fermarsi a riflettere, a guardarsi dentro e attorno, perché se non si toglie mai il piede dall’acceleratore allora non ci si gode mai il paesaggio e il rischio è davvero quello di “di trasformarsi in fredde macchine di latta”.
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