

Libere e un po’ bastarde
- Autore: Rossana Campo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2025
Rossana Campo è una scrittrice anomala, con uno stile talmente originale che anche dopo soltanto tre righe lette dici: "Ma questo è la Campo!". Con la copertina sempre sui generis, vinse il premio Strega giovani, nel 2016 con Dove lo troverete un altro padre come il mio, a cinquantatré anni, senza dare importanza a riconoscimenti o a critiche; adesso ha scritto questo nuovo romanzo, Libere e un po’ bastarde (Bompiani, 2025), incentrato sulla vita intellettuale e amorosa di un gruppo di donne innamorate tra loro, che vivono al centro di Parigi facendo perlopiù lavori creativi (alcune hanno superato i sessanta anni) con la libertà di amarsi tra loro.
È così naturale questa scelta che la parola "lesbismo" viene scritta una volta sola, anche perché di uomini non si parla mai, nemmeno per sbaglio. Solo se sposate, un paio, non sanno decidersi se mantenere in piedi un matrimonio con mariti che sanno quasi tutto delle loro consorti ma si fanno bastare la facciata, l’abitudine.
Betti è la voce narrante e fa la sceneggiatrice, ma vorrebbe mollare tutto, dopo aver dato in giro la storia di Andrea Dworkin, femminista realmente vissuta che fece una battaglia contro lo stupro e la pornografia. Argomento poco appetibile, dal momento che le donne più giovani del gruppo pensano semplicemente al loro benessere, tralasciando le lotte dei decenni passati. Betti accetta la superficialità di alcune amiche, perché è lei stessa ad avere una relazione con Leila, una donna borghese sposata che non decide di divorziare dal marito.
Nel frattempo gli argomenti nel gruppo sono variegati: la decisione di cambiare psicologo, ingrassare molto senza un reale motivo, giovani donne che si avvicinano a quelle del gruppo perché sono libere da pregiudizi e sono un po’ bastarde, appunto, che cercano sesso senza nemmeno pensare di lasciare la loro compagna da anni. Anzi stanno organizzando una festa del nubilato per Federica, che nel frattempo è sparita. Si organizzano cene e pranzi, si sta ore in un bistrot tra caffè e appunti, si va a teatro; la Campo scrive anche scene intime e piuttosto ardite, che la Dowrkin, fosse viva, arrossirebbe. Una ragazza entra nel gruppo, composto da sessantenni più o meno, e ne rimane travolta. Decidendo di non tornare in Italia e quest’affermazione porterà alcune conseguenze.
Il romanzo è fitto di dialoghi, tanto che a volte sembra una deliziosa pièce. Lo si legge come acqua fresca. Ma, per carità, se dovesse intercettarlo un eterosessuale, con moglie e figli, lo butterebbe nella spazzatura. Mentre a chi scrive sorge il dubbio che questo romanzo bastardo sia troppo ottimista. Dove sono due donne, in Italia, sui sessanta anni, che camminano mano nella mano e ogni tanto si fermano per baciarsi? I posti chiusi e i bar lesbo non contano.

Libere e un po' bastarde
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