Libero dentro
- Autore: Giovanni Arcuri
- Anno di pubblicazione: 2011
Chiariamo subito. Stiamo parlando di un libro costruito da racconti di vita vissuta. Lo stile è chiaro, diretto, conciso, efficace. Raramente i frammenti superano le sei pagine. Più spesso si esauriscono nell’arco di due o tre. Il viaggio a New York, la partita a poker, poi Las Vegas, il Nepal, Caracas. In buona parte è sviluppo di alcuni appunti presi dall’autore nell’arco di una ventina d’anni passati in giro per il mondo. “I Quaderni dal mondo”, si chiama la sezione.
Da pagina 61, invece, si cambia in maniera radicale. Non ci sono più aeroporti, club esclusivi, personaggi e belle donne, ma una realtà profondamente diversa.
Una prospettiva per certi versi spiazzante per il lettore. Il libro diventa: “I Quaderni dal carcere”.
Ebbene sì: Giovanni Arcuri è un detenuto del carcere di Rebibbia. Ecco spiegato il significato del titolo, “Libero dentro” e quella finestra con le sbarre proprio in copertina. In detenzione dal 2001, sconterà la sua pena nel 2016.
Non per questo si è perso d’animo. Come dice lui stesso ha “mantenuto il suo modo di essere, senza scendere a compromessi, con dignità e coerenza”.
Nella cella del carcere ha scritto tre libri (due pubblicati: “Il nemico invisibile” e questo), con i compagni anima la compagnia teatrale Liberi Artisti Associati, si sta laureando in lettere presso l’Università Tor Vergata, nel 2011 ha vinto la 4ª Edizione del Premio “Carlo Castelli” per la solidarietà. Un’attività da uomo… libero, almeno dentro.
Ne “i Quaderni dal carcere” cambiano ovviamente i temi e i personaggi. Diventano protagonisti: gli affetti, il messaggero che consegna la posta ai detenuti, il sacerdote del carcere, il bibliotecario, il detenuto eccellente (addirittura un marchese), la famiglia, le festività dietro le sbarre, l’esperienza teatrale.
Venti pagine, “La Giustizia”, sono invece la fotografia del sistema carcerario italiano visto da “dentro”. Importante perché finalmente nitida e chiara.
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