Lo schiaffo di Christos Tsiolkas

Succede di rado che un romanzo ti rapisca con una tale forte intensità da non permetterti di posarlo neanche per un minuto. Allora ne leggi qualche pagina perfino mentre cucini, mentre ti lavi i denti, mentre cammini verso la metropolitana, durante la pausa pranzo a lavoro, desiderando ardentemente che la giornata finisca al più presto per poterti accoccolare sulla tua poltrona preferita e leggere senza interruzioni fino a che non ti si chiudono le palpebre per la stanchezza.

Questo è l’effetto che fa “Lo schiaffo” di Christos Tsiolkas, romanzo pubblicato in Italia nel 2011 dalla casa editrice Neri Pozza. Una cavalcata lunga circa cinquecentotrenta pagine, a briglie sciolte, totalmente in balia del destriero, che si diverte ad accelerare o rallentare il passo a suo piacimento, a farti perdere l’equilibrio sulla sella, a farti uscire periodicamente i piedi dalle staffe, e, a fine corsa, lasciarti con i muscoli del sedere doloranti ed un gran sorriso stampato sulla faccia sporca di terra.

La storia comincia in un afoso pomeriggio di fine estate a Melbourne, il contesto è il barbecue organizzato da Aisha e Hector per i loro parenti ed amici. Gli invitati alla festa rispecchiano fedelmente la multiculturalità della comunità australiana dei giorni nostri, fatta di culture e mondi differenti, portando ad interagire amabilmente vecchi con giovani, religiosi con atei, bianchi con neri, ricchi con poveri. Fino a quando uno schiaffo, “The slap”, dato dal ricco cugino Harry all’impertinente Hugo, figlio di tre anni della gelida Rosie e dell’attaccabrighe Gary, non porterà all’inevitabile rottura del fragile equilibrio sul quale si reggeva l’integrazione di tutte le differenze sociali e culturali dei partecipanti al barbecue, scatenando il caos.

Christos Tsiolkas ha scritto un romanzo superbo, incalzante e seducente in ogni pagina. L’autore, dando voce ad ogni personaggio della vicenda, ci rende partecipi di mondi talmente differenti da essere costretti a convivere fra loro, per quanto questo possa essere possibile. E lo schiaffo, quel bruciante e sonoro schiaffo, lo prendiamo tutti in pieno viso.