Lo scialle di Marie Dudon e altri racconti
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2021
Lo scialle di Marie Dudon e altri racconti (Adelphi 2021, traduzione di Marina Di Leo) è una raccolta di dieci racconti di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989), otto dei quali inediti in Italia, scritti nel 1940 dal grande autore belga in Vandea. Tranne I centomila franchi della giovane signora, uscito sulla rivista femminile “Notre Coeur”, i racconti sono apparsi tra la fine del 1940 e i primi mesi dell’anno successivo sul settimanale “Gringoire”.
Georges Simenon, uno tra i più prolifici scrittori del Novecento, tra il 1929 e il 1962 scrisse ben 168 racconti.
In questa raccolta, impreziosita dalla copertina raffigurante una illustrazione di Félix Valloton Il denaro (dalla serie “Intimités”, apparsa nel 1898 sulla “Revue blanche”, conservata presso il museo The Arte Institute of Chicago, sono presenti: Il dito di Barraquier, Il Barone della chiusa ovvero La crociera del Potam, Il negro si è addormentato, La spilla a ferro di cavallo, Valérie se ne va, La vecchia coppia di Chebourg, La ribellione del Canarino, Lo scialle di Marie Dudon, Il destino del signor Saft, I centomila franchi della giovane signora.
Il lettore appassionato del creatore di Jules Maigret ritrova nei racconti quelle tematiche e atmosfere che sono il nucleo centrale dei romanzi prodotti da Simenon in un periodo straordinariamente fertile e produttivo, cioè quello tra gli anni Quaranta e Cinquanta del XX secolo. Un esempio di ciò è il racconto che dà il titolo alla raccolta: Lo scialle di Marie Dudon. Con una manciata di parole Simenon inquadra la situazione statica e precaria di Marie Dudon, un bambino di poco più di un anno e un marito disoccupato. Tutto potrebbe cambiare il 3 ottobre, quando mentre piove già da tre giorni, e il cielo è di un bianco uniforme, la donna è convinta di aver assistito a un omicidio. Marie Dudon è stanca, le fa male la schiena, le sue mani, a forza di stare immerse nell’acqua calda e insaponata, sono diventate di un bianco squamoso.
Mentre fa il bucato Marie osserva dalla finestra. Ecco la signora Cassieux che va a dare la medicina al marito. Di fronte, al di là di orti e cortili, c’è una casa più signorile delle altre, vi abitano i Cassieux, titolari di una grossa ditta cittadina di traslochi. Il vecchio Cassieux si trova nel suo letto, al primo piano e Marie lo vede benissimo. Da qualche giorno, l’uomo, settant’anni di avarizia e grettezza, il più ricco del quartiere, si trova a letto in preda al consueto attacco di gotta. Quando ha bisogno di qualcosa, Cassieux chiama la moglie Mathilde battendo sul pavimento il bastone che tiene accanto al letto. Madame Cassieux, seconda moglie del vecchio Cassieux, ha vent’anni meno del marito e le malelingue dicono che… Marie Dudon, osserva distrattamente cioè che accade di fronte a lei fino al momento in cui vede Madame Cassieux entrare in bagno e mettere nel bicchiere di medicinale per il marito una polverina, e poi nascondere l’involucro nel reggiseno.
“Perché?”
Dopo che il vecchio Cassieux ha bevuto con una smorfia di disgusto, gli sguardi delle due donne si incrociano. Qualche ora dopo l’arrivo del medico legale testimonia il decesso di Cassieux. Questa è una sporca faccenda dalla quale si può ricavare qualcosa, come un radicale cambio di prospettiva. Ecco perché Marie Dudon indossa il suo scialle, le scarpe rotte e con l’ombrello rotto si reca da Madame Cassieux, sentendosi una poveraccia. Questa è una questione che va risolta tra donne. Ma Mathilde Cassieux è tanto scaltra quanto l’amarezza infinita e la tragica ironia della vita grama di Marie Dudon.
“Umiliazione in più, umiliazione in meno…”
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