Lo specchio di Beatrice
- Autore: Marta Dionisio
Uno scambio attraverso lo specchio, una ragazza che viene catapultata nel passato al posto di un’altra che si ritrova nell’epoca attuale: di per sé, l’idea di base di questo romanzo non è esattamente il massimo dell’originalità. Basta nominare Lewis Carroll per rendersi conto di quanto lo specchio abbia sempre rappresentato, nella mente degli scrittori (ma anche nella nostra fantasia), una metafora di “passaggio”, una porta magica verso mondi misteriosi e sconosciuti. L’interesse di questa storia risiede proprio nel fatto che il mondo aperto dallo specchio non è un covo di fate e gnomi o un ipotetico futuro, ma semplicemente l’Italia del 1943, il regime fascista e la guerra.
Lo scambio avviene fra Jessica, teenager d’oggi poco studiosa, tutta cellulare e piercing, con qualche trasgressione (sigarette, furtarelli nei grandi magazzini), e Beatrice, rampolla di una famiglia ricca, brava a scuola, misurata e controllata, destinata a un matrimonio combinato. La prima reazione è di terrore, ma che altro resta da fare alle due ragazze se non vivere ciascuna la vita dell’altra, in attesa di scambiarsi nuovamente? Non sarà facile adattarsi, indovinare i comportamenti giusti, fingere continui vuoti di memoria per quello che si ignora, ma non ci sono alternative. Come se la situazione non fosse già abbastanza complicata, Jessica, malgrado i suoi brutti voti a scuola, ricorda vagamente qualcosa di un bombardamento e di tutto ciò che ne consegue: la Storia la attende al varco. E così, mentre Beatrice si fa pian piano “corrompere” da quel mondo così facile, con la tecnologia che semplifica la vita e le relazioni umane molto (a volte troppo) rilassate, Jessica fa al suo posto la terribile esperienza della guerra, della miseria e delle rappresaglie dei tedeschi. In fondo, però, ciascuna delle due scopre, nel mondo dell’altra, il lato positivo: e mentre Jessica si affeziona ai fratelli e agli amici di Beatrice, apprezzando quella vita semplice ma più sincera, nella quale ci si diverte con niente, Beatrice scopre quanto i rapporti fra le persone siano cambiati, e che i familiari e gli amici oggigiorno hanno un modo molto più diretto e gioioso di manifestare affetto. Col passare dei mesi, le ragazze perdono la voglia di rientrare nella propria vita reale...
Con i suoi 18 anni, l’autrice di questo libro si merita una lode. E’ un libro per ragazzine, e non ha certamente la pretesa di costituire una lezione di storia, ma certamente qualche lettrice (anche, perché no, meno giovane) si troverà, come me, imbarazzata davanti alle proprie dimenticanze e interessata a riaprire qualche vecchio libro scolastico. C’è indubbiamente un fondo di moralismo, che fa uscire vincente, dal confronto, la “buona vecchia vita di un tempo”, ma in fondo in nessuna delle due situazioni è tutto oro quel che luccica, né è tutto assolutamente negativo. La scrittura è scorrevole, e ci si affeziona ai molti personaggi, ben disegnati, anch’essi mai del tutto positivi o del tutto negativi. Certo, va da sé che la parte più interessante è quella che si svolge nel 1943.
Se state cercando un regalo per la vostra figlia o nipote adolescente, ma vorreste qualcosa di meglio dei soliti romanzetti da ragazzine, vi consiglio senz’altro questo libro, che potrebbe costituire la loro prima lettura un poco più “seria” e, chissà, fungere da ponte verso un genere meno superficiale.
Lo specchio di Beatrice
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