Lo stupore della notte
- Autore: Piergiorgio Pulixi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2018
Piergiorgio Pulixi, considerato da pubblico e critica uno dei più talentuosi autori di noir in Italia, è tornato nelle librerie con un titolo che è anche l’inizio della famosa “Sto telefonando” di Mina: “Lo stupore della notte” (Rizzoli, Collana Nero, 2018, pp. 364, euro 18,00). La canzone, oltretutto, si può trovare in una play list che lo scrittore ha creato appositamente su Spotify.
Un sottofondo e uno sfondo azzeccatissimo. Provare per credere. In questo suo ultimo romanzo Piergiorgio Pulixi cambia tema, che è comunque sempre attuale, ma l’ambientazione metropolitana, molto urban street, a differenza dei suoi precedenti lavori ha una precisa connotazione: Milano. Che, a parere di chi scrive, è la vera protagonista. Il ruolo da comprimario spetta, sfatando tutti i cliché del genere narrativo in questione, a una donna, Rosa Lopez. Commissario della Polizia di Stato, è a capo dell’Unità speciale contro il terrorismo di matrice islamica; proviene dalla Calabria ˗ dove lavorava nel contrasto alla ‘ndrangheta riuscendo a eliminare la potente cosca dei Macrì e in cui ha perso in un conflitto a fuoco il proprio capo al quale era molto affezionata ˗ ha alle spalle la dura esperienza nella guerra dei Balcani. Insomma, una tosta:
Nel suo carniere aveva centocinquantasette arresti, sessantaquattro espulsioni, due scontri a fuoco, trentasette onorificenze, una sessantina di lettere minatorie e un totale di quattordici proiettili nella cassetta della posta.
Rosa, nubile e senza figli, è una persona solitaria che ha messo la carriera al centro della sua vita; poco spazio per l’amore ha, in realtà, tanta voglia di amare ed essere amata, com’è naturale che sia. Ma lei non fa un lavoro normale. I report dei Servizi indicano il capoluogo lombardo come base logistica per i militanti dell’Isis e crocevia per tutti i potenziali jihadisti europei. Si trova, quindi, impegnata a fronteggiare una possibile minaccia e un pericolo grave e imminente che è costituito da un personaggio misterioso al quale non riesce a dare, insieme ai suoi uomini, né un nome né un volto ed è soprannominato Il Maestro.
Oltre a questo, persegue con determinazione un altro scopo, gravando su di lei un forte senso di colpa: vuole trovare chi ha ridotto in stato vegetativo, in seguito a un attentato, l’ispettore-capo Giulio Scalisi, un suo subordinato col quale intratteneva una relazione segreta.
Rosa Lopez si muove tra il lecito e l’illecito, tra la sua deontologia e la vendetta da attuare. Un posto un po’ particolare in tal senso lo occupa il “Lovers Hotel” che, a dispetto del nome, funge da luogo di tortura. Anzi, è un non-luogo perché non esiste. Lo si trova solo se si sa cos’è.
A fare da sfondo, come dicevamo, un centro abitato dalle mille contraddizioni. La “Milano da bere” che non c’è o comunque non è più quella di una volta:
Soltanto la notte prima, in quella stessa zona, un rifugiato etiope era morto assiderato proprio mentre un giovane milanese veniva stroncato da un infarto dentro un locale per colpa di una pasticca tagliata male. Avevano la stessa età. Tutto questo, a pochi metri uno dall’altro, in una delle zone più centrali ed eleganti della città.
Milano serve all’autore come strumento per la narrazione stessa, facendosi insieme portavoce di una realtà sottovalutata e che le istituzioni spesso fingono di non sapere e di non vedere. Piergiorgio Pulixi ci pone di fronte a una amara quanto temibile verità: quello che non vorremmo che accadesse e che invece nello Stupore della notte accade. Inoltre, ed è questo un aspetto molto importante, mostra al lettore in modo esplicito e crudo l’odio di chi combatte una causa in nome di Allah ma, dall’altra parte, squarcia il velo sulle tante e profonde ipocrisie dell’Occidente e di chi ne è “legittimo” cittadino.
Si arriva al finale tra un colpo di scena e l’altro ma sapere chi si cela dietro Il Maestro vale da solo tutto il libro.
Lo stupore della notte (Nero BUR)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo stupore della notte
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Ricordo la lunga fila di gialli Mondadori che mio padre collezionava in una libreria che sembrava contenerli appena. Da adolescente non potevo non leggerli affascinata da storie che mi lasciavano il fiato sospeso e che mettevano alla prova la mia capacità di intuito alla ricerca di un colpevole credibile o individuare gli indizi che ad esso conducono.
Col tempo ho smesso di leggere questo genere di storie preferendo saggistica e narrativa. Consigliata dal mio libraio ho scoperto un giallista di moda: Piergiorgio Pulixi e il suo “Lo stupore della notte”.
Contrariamente a quanto mi accade quando leggo un libro che non mi appassiona, ho letto fino in fondo la storia che racconta, mi sono lasciata prendere, a volte con raccapriccio, dal risvolti brutali e atroci di cui l’autore condisce il racconto, senza però riuscire a lasciarmi conquistare dal piacere di una lettura avvincente che mi emozionasse.
L’aver voluto descrivere la drammaticità di eventi che si verificano in un’epoca in cui la religione islamista, interpretata dall’Isis, lotta con le sue armi sanguinarie contro i bombardamenti statunitensi e occidentali mettendo in scena Rosa Lopez, un commissario donna dell’antiterrorismo, può sembrare un’utile strategia narrativa, salvo a farla soccombere alle debolezze femminili come da copione di genere.
Il testo è scandito in brevi capitoli di due - tre pagine che alternando lo scorrere dei fatti e il protagonismo di personaggi, rende più agevole la lettura e accompagna il lettore verso un crescendo sempre più drammatico che lo guida allo scioglimento della storia.