Stella di mare di Piergiorgio Pulixi

Piergiorgio Pulixi torna in libreria con la sua squadra di successo, già conosciuta in opere precedenti come L’isola delle anime e Un colpo al cuore, per citarne alcuni, con un nuovo libro intitolato Stella di mare, pubblicato nella collana Nero Rizzoli.

Nutrivo grandi aspettative su questo libro, che però mi ha lasciato un nonsoché di irrisolto, di difficile risoluzione.
La trama è classica: sulla spiaggia viene ritrovata privo di vita il corpo di una ragazza giovane e bella di nome Maristella Coga, dove (guarda caso!):

“Coga” in sardo significa Strega!

Lei è bellissima, ma proviene da un quartiere popolare, molto problematico di Cagliari, chiamato Sant’Elia:

Stella aveva l’estate negli occhi anche in pieno autunno. Come se purezza e malizia coabitassero da sempre in lei. Questa doppia natura la rendeva così particolare e desiderata. E sfuggente. (…) la bellezza di Stella l’avrebbe condotta via da quel purgatorio di cemento affacciato sul mare. Stella avrebbe spiccato il volo verso la fama,la notorietà e il successo. (…) Era stato un vecchio pescatore a scorgerne il corpo rannicchiato sulla battigia pietrosa di un lembo di spiaggia tra il Villaggio Pescatori e il Porto Canale di Giorgino.

Sul suo giovane viso e sul suo corpo era stato effettuato uno scempio non comune:

La pelle del costato era stata beccata dai gabbiani. Il volto era così sfigurato e raggrumato di sangue che nessuna bestia avrebbe potuto accanirsi con tanta crudeltà. Nessuna bestia, a parte l’uomo.

Chi è stato a compiere un così efferato delitto? È proprio vero che ci sono ferite che ci marchiano a fuoco per la vita intera? Provenire da un quartiere violento ci segna a vita? Così era accaduto a Stella? Lei ha pagato a caro prezzo la sua avvenenza?
A indagare la squadra capitanata da Vito Strega, che:

Pur essendo un uomo pragmatico , abituato per deformazione professionale ad analizzare tutto con spirito critico, aveva sensazioni. Il canto degli innocenti, quel canto di voci disperate che Strega udiva nella sua mente, quasi che fosse una maledizione , si era attenuato. Ma ora le voci avevano ripreso a tormentarlo. (…) il medico sapeva che dentro la sua testa era in corso una guerra che lo stava consumando. Nulla traspariva dalla mitezza dei modi, da quella eleganza pulita e dalla voce profonda e pacata, se non una perfetta padronanza di sé.

Un giallo classico, di quelli a cui l’autore ci ha ormai abituati. Eppure non mi ha soddisfatto completamente.
La narrazione è troppo prolissa, e il ritratto di vita della vittima viene ripetuto un po’ troppo spesso. A fare da contraltare i personaggi, che sono colti bene nella loro intima essenza; la trama è costruita a effetto, e incuriosisce.
Il messaggio sotterraneo, ma evidente, secondo cui le origini marchiano per sempre la vita di ogni essere umano, mi pare un po’ troppo tranchant e privo di speranze. Per il resto una lettura adatta agli amanti del genere giallo. Personalmente, credo che si potesse fare un po’ meglio, e smussare alcuni angoli, a favore di una concezione meno classista.
Per il resto una lettura di genere che incuriosisce, anche se qualche luogo comune in meno non avrebbe guastato. Buona lettura!