Lucky Man. Autobiografia di un tastierista rock
- Autore: Keith Emerson
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2007
Chi non ricorda la famosa sigla finale del rotocalco della tv degli anni ’70, “Odeon - Tutto quanto fa spettacolo!”; quello scatenato “Honky Tonk Train Blues”, boogie-woogie anni trenta riarrangiato da Keith Emerson? Oppure, nella seconda serie dello stesso programma, l’altrettanto divertente “Maple Leaf Rag”, ribattezzato per l’occasione “Odeon Rag”?
Anche questa sigla vedeva come protagonista uno straordinario Keith Emerson, virtuoso di qualsiasi tastiera: pianoforte, organo Hammond, Moog… Artista capace di padroneggiare con abilità da concertista il repertorio classico e, al contempo, domare quei dinosauri elettronici che erano le prime tastiere elettroniche: armadi pieni di manopole, cursori e spie colorate.
Uno dei massimi esponenti del rock progressivo, leggendario per le lunghe cavalcate a metà strada tra jazz e rock con i Nice (il loro “Rondò” resta una pietra miliare), e per le sonorità barocche tipiche dei titanici Emerson Lake & Palmer.
Ebbene, non tutti sanno che - come avvenuto per un altro grande della musica rock, Peter Towshend degli Who - anche Emerson sembrava condannato a non essere più quello di prima. Nel 1993, infatti, affronta un’operazione chirurgica al braccio destro dovuta ai vari incidenti subiti in carriera, ma soprattutto all’accorciamento di un nervo dell’ulna. L’operazione è l’unica chance per restare sulla scena… ma potrebbe anche significare un definitivo addio alla musica.
Prende il via da questo momento fondamentale “Lucky Man” (Uomo fortunato), titolo mutuato dal primo successo che lanciò gli EL&P (il titolo originale invece era “Pictures of an Exhibitionist”, ovvero, un non proprio simpatico “Immagini di un’esibizionista”).
Questa autobiografia ripercorre, come i fans aspettavano, tutti i momenti più importanti della vita di Keith Emerson: dagli anni di scuola a Worthing, sulla costa meridionale inglese, a quelli della Manticore e della raggiunta celebrità planetaria con gli EL&P.
Ma c’è un aspetto importante che rende questa autobiografia imperdibile. Che per la prima volta Emerson parla della sua straordinaria avventura musicale, senza quella presunzione e quel distacco che sono stati la causa fondamentale del collassamento creativo del suo supergruppo. Un storia, la propria, finalmente raccontata con grande umanità ed umiltà.
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