Machiavelli e l’Italia
- Autore: Alberto Asor Rosa
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2019
Alberto Asor Rosa, insigne critico e storico della letteratura italiana, ha pubblicato un saggio su Machiavelli e l’Italia del suo tempo, in cui sono ravvisabili questioni della politica italiana ancora oggi attuali.
L’intento del saggio di Asor Rosa è manifesto fin dal titolo Machiavelli e l’Italia (Einaudi, 2019), in cui il nome dello scrittore viene subito associato in un unico nodo cruciale a quello dell’Italia. Ancor più nel sottotitolo: Resoconto di una disfatta, che contestualizza l’opera machiavelliana in un’epoca (il quarantennio dal 1494 al 1530) attraversata da avvenimenti catastrofici, in cui si profila una situazione ricorrente anche nei secoli successivi.
Sintomaticamente, nel primo capitolo del saggio, lo studioso si sofferma su un fenomeno contraddittorio in ragione del quale il termine Italia contrassegna per lunghi secoli (dal Medioevo all’età di Machiavelli) una concezione identitaria e culturale radicata esclusivamente nel pensiero umanistico di intellettuali e poeti, ma estranea al dominio e alla prassi della politica, stante la perdurante frammentazione e conflittualità presente nel territorio italico. Ad una eccellenza della civiltà culturale che ha il suo culmine nel Rinascimento fa pertanto da contrappunto un particolarismo politico, foriero di conflitti intestini e di una permeabilità alle mire espansionistiche delle potenze straniere, che la politica degli equilibri del Magnifico riuscì a raffrenare, non certo a risolvere.
La discesa in Italia di Carlo VIII e i fatti succedutisi fino all’incoronazione di Carlo V (divenuto nel 1530 Re d’Italia) sancirono per secoli l’asservimento politico e civile dell’Italia. Di questa disfatta Machiavelli fu testimone e vittima, la sua carriera politica e la sua esistenza ne furono irrimediabilmente segnate. E purtuttavia, il segretario non si rassegnò alla disfatta. Il Principe (scritto nel 1513) e tutta la sua opera teorica e pratica, sostenuta da una logica dilemmatica acuta e potente, è il rendiconto di una sconfitta epocale scritto proprio da uno sconfitto che sa vedere ciò che è stato, ma soprattutto ciò che poteva essere. Al contempo è un contributo attivo di proposte, esperienze, riflessioni ispirate dal proponimento magnanimo, sul baratro di una crisi dirompente, di convertire il pensiero in azione, con lo scopo di esperire rimedi e soluzioni per riscattare l’Italia dall’asservimento politico, rivitalizzandone l’orgoglio identitario e libertario. Un ideale di chiara matrice umanistica che risuona (con echi e richiami patenti alla canzone petrarchesca ”Italia mia”), soprattutto nelle parole solenni dell’esortazione conclusiva del ”Principe”.
Riesaminando uno per uno i capitoli del trattato, Machiavelli e l’Italia di Asor Rosa, spingendosi oltre la rigidità scolastica di certi consolidati schematismi critici (si vedano in particolare le riflessioni sulla spregiudicatezza del segretario nel far propri, a fini pratici, concetti estranei al suo sistema intellettuale, quale ad es. l’incidenza del libero arbitrio umano per arginare l’influsso di una Fortuna contraddistinta anch’essa ”da una sua logica e da sue leggi” che occorre capire e modificare) evidenzia la straordinarietà del discorso politico machiavelliano, incentrato sul rapporto tra Libertà e Necessità, che ne fa il fondatore e precursore di un pensiero politico moderno contrassegnato da un ”corredo di difficoltà, scelte, lotte, vittorie e sconfitte”. Un discorso ancora attuale, come si evince dal capitolo conclusivo del saggio, se calato nella crisi del nostro tempo, nell’atomizzazione di una situazione politica resa sempre più confusa dalla scomparsa dei grandi partiti di massa e inasprita da interessi conflittuali e particolarismi che corrodono tuttora l’identità nazionale e aprono le porte al corto vedere e alla demagogia di una nuova dilagante barbarie.
Machiavelli e l'Italia. Resoconto di una disfatta
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