Mal di pietre
- Autore: Milena Agus
- Categoria: Narrativa Italiana
Non si tratta di una storia d’amore qualunque, è piuttosto una storia d’altri tempi quando con il mal di pietre (su mali de is perdas) si alludeva ai calcoli renali e, metaforicamente, agli ostacoli della vita. La trama narra di una giovane donna data in sposa, per irriducibile volere del padre e sottile crudeltà della madre, ad un signore per bene vedovo e sfollato, giunto a Cagliari nel ’43.
Lei gli disse che non l’amava, le rispose di non preoccuparsi, anche lui non l’amava.
Con queste premesse la vicenda scorre lineare, in una Cagliari profumata di sole e di mare nonostante gli anni feroci dei bombardamenti.
Restano impressi i riti quotidiani in una modesta cucina densa di aroma di caffè e orzo appena tostato, le assidue incursioni del marito alle “le case chiuse”, efficace surrogato alla mancanza assoluta di rapporti coniugali.
L’io narrante è la nipote di questa giovane sposa che, attraverso un quadernetto sgualcito si è insinuata nella vita segreta della nonna ed è riuscita a descriverne in modo incantevole amori, passioni, pensieri.
"Spiegatemi cosa fate con quelle donne e io farò tutto uguale", azzarda un giorno la protagonista al marito, per economizzare le spese gli dice. Ciò la farà diventare moglie, ma l’amore è tutt’altro. Finché ad un certo punto, poiché le frequenti coliche renali le impedivano una gravidanza, si rese necessario ricorrere alle cure termali in continente.
Ed ecco l’incontro inaspettato con un uomo gentile, colto, un Reduce che alla nonna piacque moltissimo. Così, si scopre a condividere poesie, musica e sentimenti con quest’uomo del Nord aggrappato ad una stampella, il solo fin’ora disposto ad ascoltarla e ad amarla. Non mancano pagine dense di un tenero erotismo, per una donna che ha vissuto la sua sessualità con orgoglio come una grazia da offrire, perché al suo uomo piaceva così. Dopo il viaggio la nonna non incontrerà più il Reduce, ma arriverà l’attesa nascita, il padre della narratrice, amato dal nonno e pieno di talento per la musica e per il pianoforte -come il Reduce- destinato a diventare un celebre concertista.
La nonna, dolce, malinconica e un po’ stramba desiderava solo una cosa e ne chiedeva conto a Dio: conoscere l’amore "per cui valga la pena di vivere una vita in cui ti alzi alle quattro del mattino per le faccende domestiche e poi vai nei campi e poi a scuola di ricamo noiosissimo e poi a prendere l’acqua da bere alla fontana con la brocca in testa e poi stai sveglia una notte intera ogni dieci per fare il pane e poi tiri su l’acqua dal pozzo e poi devi dare da mangiare alle galline… delle altre cose non gliene importava niente". E non pare poi tanto diverso dal modo consueto di amare, oggi come allora.
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Molto bello e delicato. Si avverte la sensibilità femminile.