La poesia è forse la forma più nobile, profonda ed espressiva nella letteratura ma a volte lo stile elegante, raffinato e complesso la rende difficilmente apprezzabile dal grande pubblico. Leggere poesie è tuttavia molto importante per comprendere meglio cosa sia l’arte ed imparare a diventare più sensibili e capaci di ascoltare versi di grande fascino al punto da giungere, pur non comprendendone pienamente il senso, a non poterne fare a meno. Alessandro Fo, docente di letteratura latina all’Università di Siena, traduttore dal latino e poeta, ha scritto numerose raccolte poetiche tra cui “Mancanze” pubblicato da Einaudi nel 2014, che segna il suo ritorno come autore. Quest’opera si caratterizza per la sua complessità e la difficoltà di poterla classificare entro schemi precostituiti e questo non la rende di facile lettura per il grande pubblico, ma va sicuramente considerata meritevole per la capacità di far riflettere, evocare immagini suggestive e comunicare belle emozioni. Queste poesie descrivono sia la quotidianità della vita delle persone in cui prevale una dimensione spirituale, un desiderio di trovare tutto ciò che è sacro, la ricerca dell’infinito come dimensione fondamentale per arricchire lo spirito. Tale ricerca è indipendente dal fatto di essere credenti o meno perché ciò che preme al poeta è di coltivare il desiderio di una spiritualità sincera, gratificante ed intensa che arricchisca la vita di ogni essere umano. Questa raccolta di poesie è composta da tre sezioni ed il titolo originario doveva essere “Reliqua desiderantur”, ma poi è stato scelto un titolo in italiano.Il titolo “Mancanze” secondo la testimonianza diretta dell’autore indica:
“che nel libro mancano alcune poesie che ho tolto per essenzializzare; dall’altro va a cogliere quando ci manca qualcuno, quando non siamo capaci di conquistarlo, quando siamo lontani; inoltre le nostre mancanze piccole e grandi che ci impediscono o per disattenzione o per incapacità di allinearci al bene”
Molte poesie sono piuttosto complesse ed è consigliabile leggerle lasciando che la loro armonia scorra dentro di noi senza intestardirsi nel voler comprendere a tutti i costi il significato più profondo. Le più belle comunque sono quelle il senso del prolungamento della vita in una dimensione ultraterrena nuova, ma in un modo ancora per noi misterioso comunque probabilmente presente; quello in cui traspare il valore irrinunciabile della memoria e dei ricordi; quelle in cui vengono descritte alcune figure femminili paragonate a degli angeli. Tra queste meritano di essere ricordate “Angelo bruno”, “Vesti di un angelo” e “Congedi (Gide in Italia)”. In “Angelo bruno” da ricordare in particolare i versi finali di questa poesia:
“Verso una dimensione
di metafisica dolcezza
virava il nostro banco
il peso di quella leggerezza”
In "Vesti di un angelo" sempre riprendendo i versi finali:
“ispira diffidenza la poesia.
non convince la delicatezza,
poca gente è all’altezza dell’ affetto,
quasi niente è il rispetto dell’amore”
In “Congedi (Gide in Italia)” ecco alcuni versi:
Il padre Abate di Montecassino
mi ricevette il giorno del congedo.
Era anziano e malato. Era stato
un buon pianista.E adesso, in poltrona,
leggeva una partitura,
eseguendola a mente.
“è già perfetta
la musica in silenzio”
immaginando il suono.
Era Chopin:la musica più pura.
“Anch’io morendo, non perderò nulla
a cui abbia tenuto maggiormente”
Alessandro Fo, nato a Legnano vicino a Milano nel 1955, si dedica da tanti anni allo studio della letteratura tardo antica ed in particolare la poesia tardo latina; la fortuna dei classici nella letteratura moderna e contemporanea, in particolare italiana; problemi della traduzione; poesia italiana contemporanea. Ha scritto anche saggi ed opere teatrali, oltre a ricevere premi importanti come quello del 2013 come migliore traduzione di un’opera straniera per l’ “Eneide” di Virgilio. Un illustre intellettuale italiano in sostanza dal quale chi si occupa di lingua latina,traduzione e poesia può solo imparare.
Il premio per la miglior traduzione di un testo straniero vinto nel 2013 è stato assegnato dalla giuria intitolato a Gregor Von Rezzori.Tra gli ambiti di ricerca accanto ci sono la traduzione dei classici da mettere accanto ai problemi di traduzione.
Mancanze: 422
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