Mara. La dialettica della speranza di Mark Beyle

Salutatisi senza fingere d’essere stati felici e nemmeno augurandosi di ritrovarsi presto perché non sarebbe successo, l’uomo avvicinatosi al viso di Mara le baciò le labbra, aspirò il sole e l’aria pulita di una donna istruita dal segreto e dalla bellezza di concedere l’amore non richiesto, nel mondo quell’abbondanza si manifestava in diversi modi per liberare la fantasia, viverla anche solo un giorno sarebbe stato molto pericoloso.

In "Mara. La dialettica della speranza" un musicista triestino abbandona famiglia per seguire una giovane donna affetta da Alzheimer, Mara, conosciuta in infanzia. Nel doloroso cammino verso una certa e precoce fine, sarà la forte volontà della donna a guidare il musicista alla riscoperta della sua capacità creativa quando, dopo aver perso tutto, altro non può che ri-creare.

Quando vent’anni dopo la scomparsa della donna ritorna nella sua Trieste per ritirare un premio musicale così motivato: "Alla carica dirompente dell’Utopia, alla dialettica della speranza". Marco capisce di aver fatto la scelta giusta, ovvero aver seguito il suo personale senso della vita.
Ambientato tra Trieste e un paese delle Alpi venete, raccontato in terza persona, è inserito in una pentalogia a sfondo artistico.