Marinetti amore mio
- Autore: Simona Weller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2015
“Marinetti amore mio” (Marlin 2015) di Simona Weller è il romanzo biografico della scrittrice e pittrice romana, dedicato alla storia d’amore tra Benedetta Cappa (Roma, 1897-Venezia, 1977), pittrice, scenografa, illustratrice e scrittrice, e Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d’Egitto, 1876-Bellagio, 1944), poeta, scrittore e drammaturgo, fondatore del movimento futurista.
Nel 1918 a Roma in una limpida giornata di febbraio, Benedetta Cappa, una ragazza di circa venti anni dal portamento elegante e dai folti capelli scuri sempre raccolti, si trovava nello studio del pittore Giacomo Balla, dove prendeva lezioni di pittura, per preparare il fondo di un nuovo quadro. Beny, come veniva chiamata in famiglia, era stata distratta dalla voce del fratello Alberto che la invitava a conoscere Tommaso Marinetti in visita all’atelier. La ragazza era rimasta colpita dall’aspetto virile e dallo sguardo dell’uomo più grande di lei di diciannove anni. Lo stesso Tommaso, abbagliato, “come magnetizzato da quell’essere luminoso”, dalla bellezza di Benedetta, le aveva reso omaggio con un seducente baciamano. Beny era turbata dall’incontro mentre Marinetti, ascoltando la sua voce lieve, senza saperlo, stava lottando contro un sentimento a lui sconosciuto per “quella ragazzina così giovane e intelligente”. Un fugace ma profondo sguardo scambiato tra Beny e Tom era stato sufficiente a farli innamorare, “si amarono perdendosi” per ritrovarsi nella certezza che sarebbe stato per sempre. Benedetta era nata nella Capitale in via Donizetti, a pochi passi da Villa Borghese, parco da lei molto amato, che l’aveva vista giocare da piccina con i suoi quattro fratelli e poi da giovane passeggiare attraverso la Villa fino a giungere al Pincio. A Villa Borghese la tredicenne Benedetta, album e pastelli in mano, aveva conosciuto Balla il quale, dopo aver visto i suoi schizzi, si era offerto di impartirle lezioni di pittura. Marinetti aveva un vissuto da tombeur de femmes ma ora l’uomo sentiva fosse giunto il momento di allontanarsi dai troppo facili amori per fermarsi a un incontro fatale e definitivo. L’uomo che scriveva nel suo libro “Mafarka il futurista” di voler vincere la tirannia dell’amore e l’ossessione della donna unica, aveva incontrato una donna che avrebbe amato tutta la vita dedicandole questi versi: “Non dimenticare che l’antica parola fedeltà è la più nuova di tutte le parole in libertà”. Tommaso e Benedetta si accingevano a trascorrere insieme anni di passione e impegno prima all’estero, poi a Milano e infine a Roma, nell’abitazione di Piazza Adriana, dove la pittrice avrebbe ritrovato la sua adorata città, con il suo cielo azzurro.
“Questo libro è un romanzo ispirato però a fatti realmente accaduti, che le conversazioni con Ala Marinetti, figlia secondogenita, hanno permesso di sceneggiare e visualizzare”
precisa Simona Weller alla fine del presente volume impreziosito dalla copertina che raffigura Benedetta Cappa ritratta da Giacomo Balla. L’intenzione dell’autrice era di raccontare una grande storia d’amore sullo sfondo di un movimento d’avanguardia che sembrava essere nato per distruggere i sentimenti. La scrittrice, che ha il merito di porre l’accento su un’artista poliedrica poco conosciuta, dipinge con abilità il ritratto di una donna audace e intraprendente che si realizza sia come artista sia come moglie premurosa, complice e madre sollecita. L’amore e il sodalizio artistico fra Beny e Tom nascono, si sviluppano e si compiono in un’epoca che vede l’Italia sotto il regime fascista, fino alla caduta di Mussolini. Per l’avvenente Benedetta, la quale possedeva una grande forza di carattere, la scrittura e la pittura, erano sempre stati una sfida, con il dipingere “voleva fare innovazione” per denunciare i grandi cambiamenti del XX Secolo, secolo che “avrebbe distrutto per ricostruire” come aveva previsto il Futurismo.
“La mia arte pur partendo dalla realtà non è mai verista e se ne allontana in uno sforzo di sintesi, di astrazione e di fantasia”
Questa frase di Benedetta Cappa è scritta su un pannello accanto al quadro “Velocità di motoscafo” (1922-1924) dell’artista, presente alla mostra “Affinità elettive da de Chirico a Burri” (17 dicembre 2015-13 marzo 2016) alla Galleria d’Arte Moderna di via Francesco Crispi a Roma.
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