Medusa
- Autore: Martine Desjardins
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2021
La scrittrice canadese Martine Desjardins viene pubblicata da Alter ego per la prima volta in Italia. Il suo romanzo “incendiario”, Medusa, tradotto da Ornella Tajani, è a dir poco originale, a tratti sconcertante, certamente conturbante, molto coinvolgente.
La protagonista è una ragazza proveniente da una ricca famiglia, l’ultima di tre sorelle, ma dalla nascita il suo aspetto l’ha segregata. I suoi occhi sono inguardabili, è costretta a coprirli con i capelli, a camminare a testa bassa, a non guardare mai nessuno, neppure se stessa. I genitori vogliono disfarsi di lei e decidono di rinchiuderla in una sorta di ospizio, dove vengono recluse ragazze con difetti fisici e deformità che precludono loro ogni contatto con la normalità. Un numero imprecisato di “benefattori” finanziano il collegio, dal nome ossimorico, Athenaeum, in cambio di una visita mensile alla struttura. In quella notte di plenilunio i vecchi e perversi sostenitori, giocheranno con le ragazze, esprimendo diverse forme di sessualità malata che si riversa sui corpi delle innocenti e sfortunate donne, che incapaci di ribellarsi sono destinate a una fine implacabile: morire affogate nel sinistro lago che circonda l’edificio del collegio.
Un romanzo a tratti horror, colmo di disamore, di sopraffazione, di sensualità malata, di violenza sui corpi femminili, divenuti campo di gioco, là dove la parola gioco cambia sinistramente significato per divenire sinonimo di malattia, tortura, morte. Gli occhi della vittima Medusa non sanno versare lacrime, sono infatti mostruosità che l’autrice, nelle pagine del testo, chiama con nomi diversi, Aridità. Minacce, Succubi, Ignobilità, Miserie, Spaventosità, incapace perfino nominare il vocabolo occhi.
Il tema mitologico dello sguardo della Gorgone che fa diventare pietra ricorre come sottotesto nel romanzo, che tuttavia è moto complesso, tanti sono i temi che l’autrice riesce a esprimere sotto la forma stilistica di una fiaba nera, dove la natura è divenuta malefica, la vita non vale niente, i rapporti familiari sono deviati, la mostruosità del corpo umano viene messa allo scoperto, la sessualità è un gioco sadico, la mancanza di lacrime è un segno di pietà per una vita non vita.
Nelle ultime pagine del romanzo Martine Dejardins non risparmia ai lettori il segreto che ha celato in tutta la narrazione con particolari espliciti e talvolta agghiaccianti. Un percorso pieno di dolore, di umiliazioni, di discriminazione, quello che porta la protagonista a uscire finalmente, dopo prove severe, a “spalancare le porte della biblioteca”, che le era stata preclusa, ad andare dove la vita la chiama. Una strana storia di iniziazione, certamente coraggiosa, in parte convincente, talvolta estremamente straniante.
Medusa
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