Memed il Falco di Yashar Kemal

L’autore, Yashar Kemal, nel mondo turco delle lettere ha avuto un peso paragonabile a quello esercitato da Indro Montanelli nel giornalismo nostrano.
Nonostante sia stato candidato per il premio Nobel, i suoi romanzi non hanno goduto di un successo di pubblico straordinario fuori dalla sua patria e a rileggere oggi, a distanza di oltre mezzo secolo dalla pubblicazione, il suo romanzo d’esordio Memed il Falco ci si chiede come mai.

La storia narrata è antica come il mondo. L’amore fra due giovani è contrastato da un ricco latifondista, che vuole la ragazza per sé. Quando Memed per difendere il suo amore non si piega alla volontà del padrone, si vede costretto alla vita di fuorilegge. Bandito dal villaggio, si rifugia sui monti che lo circondano. Protetto e adorato dal popolo, si trasforma in una sorta di Robin Hood turco, paladino dei poveri e dei loro diritti di fronte al padrone.

I meriti del romanzo sono innegabili:

• la capacità di caratterizzare i personaggi;
• i ritmi narrativi esemplari, lontani dai meccanismi forzati dei best seller, ma sempre caratterizzati dalla voglia di girare pagina per scoprire cosa succederà;
• la forza straordinaria dello sfondo, un piccolo latifondo di poveri contadini vessati da un padrone cattivo, ma credibile proprio perché non si ritiene tale.

I luoghi del romanzo rimangono impressi nella memoria come remoti e fiabeschi, sebbene reali e credibili.
Il protagonista è ispirato alla figura storica di uno sceicco realmente esistito e la sua influenza sulla fantasia dell’autore fu tale che Kemal scrisse altri tre volumi che vedevano come protagonista Memed, gli ultimi due non ancora tradotti in italiano. La prima opera, in ogni caso, si chiude senza che il lettore avverta la necessità di un seguito.
Lo stile è secco e asciutto, ma non così scarno come può essere quello di Hemingway.

Come solo i grandi classici sanno fare, Memed il Falco mescola un insieme di saldi valori, il gusto dell’avventura, personaggi ben delineati e un pizzico di fiabesco che lo rendono a mio avviso un capolavoro da riscoprire.