Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino

In esergo al suo intenso romanzo, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli, 2023), candidato al Premio Strega 2023, la scrittrice Rosella Postorino ha posto una citazione di Elsa Morante tratta dal celebre libro, L’Isola di Arturo:

Ma dalla madre, chi ti salva?

La storia raccontata dall’autrice ha inizio nel 1992, durante la tragica guerra tra serbi e bosniaci, mentre Sarajevo era assediata.
I bambini tra bombe, cecchini, macerie, fame, freddo, solitudine, paura, erano stati raccolti in un orfanotrofio. Qui incontriamo i protagonisti del romanzo: Omar, suo fratello maggiore Sen; poi Nada, una bambina che non ha il dito anulare in una mano, e ancora Danilo, sua sorella Jacoda, i loro genitori.
Li seguiamo durante lo svolgimento di una guerra feroce, che separa famiglie, che crea orfani, che affama ed incattivisce, che costringe alla fuga da quella terra martoriata. La scrittrice ci accompagna lungo gli anni, quando i ragazzi sono stati trasferiti in Italia, accolti in un istituto di suore che in Emilia Romagna si occupano dell’accoglienza, dell’inserimento, dell’istruzione, e della possibilità di affido a famiglie italiane di questi piccoli i cui genitori è molto complesso rintracciare, dato il clima violento in cui la guerra ha gettato la Serbia e la Bosnia.

Omar e Nada sono inseparabili ma, mentre la ragazza, pur se ribelle e coraggiosa, cerca di adattarsi all’atmosfera del collegio dominata dalle suore che vorrebbero plasmare le personalità dei piccoli profughi facendoli aderire ai loro standard religiosi, Omar, che ha lasciato la mamma a Sarajevo e ignora se lei sia ancora viva, non intende conformarsi alle imposizioni della nuova vita in Italia. Il bambino si rifugia sul ramo di un albero e non ne discenderà finché la giovane suora che si è presa a cuore il suo caso, non riuscirà a fargli accettare il cibo e le regole: “suor Tormento”, così viene soprannominata la religiosa, che resterà sempre vicina a questi sfortunati ragazzi.
Danilo, più grande degli altri, è figlio di una giornalista che scrive reportage per dar conto degli orrori della guerra in Bosnia. Si è rifugiato in Italia con la sorella Jacoda, ma ha seri problemi di comportamento e adattamento, e la storia della loro famiglia è una delle più dolorose messe in scena in questo romanzo corale commovente, profondo, capace di scavare in una dramma europeo che avveniva a poche miglia dalle nostre coste, e che ora ci interroga con fermezza mentre un’altra guerra drammatica sta devastando da oltre un anno l’Ucraina aggredita dalla Federazione russa.
Omar e suo fratello Sen, affidati a una coppia di italiani profondamente cattolici, Mari e Matte, daranno risultati diversi e opposti, che Postorino segue con empatia e partecipazione emotiva priva di retorica o compiacimento pietistico.
Danilo che continua a vedere Nada, diventata ormai adulta ma sempre rimasta dalle suore, ha con lei una storia che tuttavia lui non è in grado di portare avanti, preso dalla sua voglia di integrazione e di ricerca del successo: è riuscito a laurearsi e ora fa l’avvocato, ma il passato continua a perseguitarlo.

Nada è la vera eroina di questo racconto intriso di lacerazioni, di allontanamenti, di fughe, di ritorni. L’infanzia e l’adolescenza drammatica di questi ragazzi, strappati alla loro terra pur con le migliori intenzioni, li inseguiranno come fantasmi dando vita a risvolti drammatici, a percorsi tortuosi, a epiloghi tormentati.

Un romanzo di formazione originale, sincero, pieno di pagine liriche, che ci mette di fronte senza sconti all’orrore della guerra anche per chi è riuscito a sopravvivere, costretto a vivere da straniero in un altrove che non può essere sempre ben accetto. Una lezione importante per chi sproloquia di emigrazione facendone una mera questione politica, di numeri e mai di persone dimenticando le storie che sono dietro di loro, le troppe vite spezzate. Un romanzo di attualità estrema, che colpisce al cuore.