Mia moglie e io
- Autore: Alessandro Garigliano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
“Mia moglie e io presentiamo a registi, produttori, costumisti e scenografi immagini artistiche di morti di morte violenta. Mettiamo in scena cadaveri imperturbabili con maniacale penna.”
Lei insegnante di scuola media precaria; lui alla ricerca di un’occupazione qualsiasi essa sia: commesso di libreria, manovale, orientatore, impiegato. Tutti rigorosamente a tempo determinato. Lei aggraziata ma sempre vestita di nero da sembrare “una vedova sacra”; lui obeso e forse anche per questo depresso. A lei era toccato il ministero degli interni: ”cucinare, igienizzare, coltivare il giardino”. A lui invece quello degli esteri: “fare la spesa, pagare le bollette e le multe, contattare l’idraulico, il fabbro, e l’elettricista”.
Moglie e marito legati solo dai cortometraggi di cui sono attori, produttori, registi e forse anche distributori. Cortometraggi che girano negli spazi angusti della loro casa che hanno come tema principale l’amore e la morte. Il primo dei quali protagonista una donna deceduta dopo un rapporto sessuale con un uomo obeso che l’ha letteralmente schiacciata. Cortometraggi con cui entrambi sperano di ottenere un futuro migliore e una parossistica notorietà.
“Mia moglie e io” di Alessandro Garigliano (LiberAria, 2013), segnalato alla XXV edizione del Premio Calvino, è un esordio di successo che mette al centro l’automatismo dei gesti nel rapporto di coppia, la consuetudine spenta dei ruoli di moglie e di marito e denuncia soprattutto la precarietà lavorativa dei nostri tempi, che si riflette nelle relazioni umane annientando tutto e tutti. E allora i nostri protagonisti, senza nome appunto perché sono alter ego di molti, tanti, troppi, mogli e mariti, fanno salti mortali per sopravvivere cercando e inventando un lavoro e accontentandosi di quello che trovano.
Il romanzo raccontato da lui è un lungo monologo interiore che ci mostra alla moviola una società in crisi, una città deturpata da un penitenziario ubicato al centro, un’umanità senza principi e lui che “ snobba cibi indigesti e vive di soli ideali leggeri” con una moglie che poco sopporta ma che alla fine si rivela l’unica speranza. Sognando un lavoro fisso lo seguiamo sempre più rassegnato alla ricerca di un progetto di vita definitivo ma che, di fatto, si rivela sempre più effimero.
Lui è un Don Chisciotte che come cavallo ha uno scooter vecchio, sempre da riparare, in giro per la città e lei è il suo Sancho Panza che lo sostiene sempre in tutte le sue avventure e disavventure.
Romanzo grottesco, comico per certi versi per altri tragico, “Mia moglie e io” è un testo godibile anche da un punto di vista narrativo.
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