Mio marito Maigret. Il racconto di un amore speciale di Barbara Notaro Dietrich

“Mio marito Maigret. Il racconto di un amore speciale” (Edizioni E/O, 2004) è il romanzo d’esordio di una giornalista, Barbara Notaro Dietrich, amante dell’arte e di un’autrice raffinata nella parola. Ho avuto modo di apprezzarla ne “Una famiglia come tante”, un romanzo davvero originale, un viaggio nell’animo e nei sentimenti dei personaggi dei quadri di Hopper. In “Mio marito Maigret” la Dietrich trae ispirazione dai romanzi di Georges Simenon, l’illustre padre di Maigret, per ritrarre Louise, descrivendone il ruolo di moglie silenziosa e rispettosa accanto a Jules, di privilegiata confidente delle famose inchieste del commissario e della loro lunga storia d’amore con momenti di felicità e di tristezza. L’ho immaginata con il volto della splendida attrice Andreina Pagnani, accanto al grande Gino Cervi negli indimenticabili sceneggiati degli anni Sessanta.

Una trama originale, con vari intrecci: dai casi d’inchiesta ai fine settimana trascorsi a Meung nella loro piccola casa di campagna; dai ricordi della loro vita insieme alle vicende legate ai fidati collaboratori Lucas, Janvier, il piccolo Lapointe, il grosso Torrence, fino all’immancabile giudice Coméliau, il grande nemico di Maigret.
Il romanzo si apre con la morte di Maigret e il funerale celebrato da poco. I suoi uomini, la sua Brigata, sono tutti raccolti accanto alla moglie. Louise, voce narrante, è al cospetto della morte dell’amato commissario e della sua assenza

“che si estende sopra ogni cosa”

Il dolore deve fare il suo corso,

“come un mare in tempesta che poi lentamente si placa”

e in lei, man mano, riaffiorano i ricordi di una vita.

“Qui non resta nessuno che possa farlo vivere ancora, tranne me, tranne le persone che l’hanno conosciuto”

Maigret amava il suo lavoro, iniziato per caso dopo aver lasciato gli studi di medicina, e la sua casa che, quando rientrava, lo avvolgeva come una vecchia giacca da camera, con i mobili e gli oggetti a loro posto. Era cresciuto orfano di madre, e fu mandato a vivere dagli zii per volontà del padre, che non poteva prendersi cura di un bambino. Da piccolo amava i libri, li desiderava tanto, a tal punto da guardare con invidia chi, tra le bancarelle, poteva curiosare e comprare, e da inventarsi delle scuse per farseli acquistare. Maigret era convinto

“che un uomo senza passato non è del tutto un uomo”

e l’infanzia lo aveva segnato. Quando conobbe Louise comprese subito che era la donna giusta per lui. Il matrimonio e la carriera, dopo una lunga e dura gavetta segnata dal ricordo delle scarpe chiodate, sembravano procedere lungo una sola via, fatta di casa e ufficio, di piccoli gesti sicuri, la sua pipa, il caffè a letto, le passeggiate, le birre e i panini ordinati alla Brasserie Dauphine; di un’abitudine che diveniva, col tempo, un valore aggiunto. E cosa dire del suo intuito, così bene descritto da Louise, che nelle varie e numerose indagini veniva sempre di più messo alla prova.

“Quando Jules si metteva a osservare intensamente qualcuno, la gente e soprattutto i suoi collaboratori ritenevano che si stesse concentrando… Prendeva un accenno di idea, un brano di frase, e se la ripeteva come uno scolaro che cerca di farsi entrare in testa la lezione”

Il suo famoso metodo altro non era che un’attenzione ai piccoli particolari, la sua capacità di mettersi nei panni dei suoi simili, di comprenderne la personalità e l’umanità, anche al cospetto di un omicida. Non si fidava delle apparenze e dei giudizi affrettati, ed era intenzionato sempre alla sola ricerca della verità.

Un romanzo piacevole e coinvolgente sul più famoso dei commissari di polizia. L’autrice Barbara Notaro Dietrich, in “Mio marito Maigret. Il racconto di un amore speciale” indossando gli abiti di Louise, ripercorre e ricostruisce la vita dell’uomo e del poliziotto Maigret, tramutandolo da personaggio letterario a persona.
Un romanzo che non solo appassiona chi ha amato i gialli di Simenon, ma sorprende per l’atto d’amore di Louise, una donna d’altri tempi, tenera e premurosa compagna di un uomo di “giustizia”.