Forse perché avete sentito nominare questa parola o per vostra curiosità, sta di fatto che avete cercato misogino e probabilmente volete sapere che significa e quando si usa.
La nostra lingua italiana, articolata e ricca di vocaboli non solo moderni ma anche caduti in disuso, ci mette sempre a dura prova. Abbiamo messo insieme le informazioni per fare chiarezza e arricchire il proprio vocabolario personale.
La parola misogino è un sostantivo di genere maschile e ha funzione di aggettivo. Pertanto descrive qualcuno, nello specifico colui che prova una forte repulsione nei confronti delle donne.
Le sue origini possiamo rintracciarle partendo da misoginia, termine peraltro dal quale deriva. Quest’ultimo ha origini greche (μισέω misèō, che significa odiare e γυνή gynḕ, che significa donna) e indica proprio il sentimento di avversione verso il genere femminile.
Non è specificata la provenienza di tale sentimento: ovvero non è detto che siano per forza gli uomini a odiare le donne. Misogino si può usare anche per indicare una donna che odia le donne.
Dal sentimento scaturisce, come è evidente, una atteggiamento che può manifestarsi sotto varie forme e che identifica quella determinata persona come misogina.
A tale proposito c’è però una sottile precisazione da fare: la misoginia presuppone che le donne siano intese come gruppo. Questo significa che una persona misogina può intrattenere relazioni positive con singole donne, mostrando al tempo stesso rifiuto nei confronti della categoria o di più donne che insieme formano un gruppo.
Inoltre può essere interessante la distinzione tra misoginia e misantropia, dove con il secondo si intende un atteggiamento di ostilità nei confronti dell’intero genere umano, e quella tra misoginia e misadria, dove quest’ultimo si pone come contrario, ovvero indica un sentimento di astio nei confronti del genere maschile.
La misognia è un atteggiamento individuale: non possiamo dire lo stesso di femminismo o maschilismo in quanto entrambi sono utilizzati per definire quello che è un atteggiamento culturale.
Misogino: curiosità e cenni storici
Il sostantivo misogino ha trovato applicazione nella filosofia: è interessante sapere che alcune idee sono state definite tali e che anche in nome della religione sono stati compiuti atti contro le donne.
In particolare tra i filosofi ricordiamo Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche i quali si sono distinti per le loro posizioni nei confronti delle donne, come sappiamo tutt’altro che positive.
Un libro dal titolo Il primo squillo di tromba contro la mostruosa moltitudine delle donne è stato scritto proprio con l’obiettivo di mettere in evidenza la scarsa capacità delle donne in relazione alle attività governative. L’autore è John Knox, un riformatore scozzese che ha affermato le sue idee nel 1500.
Facendo riferimento a Maria Tudor d’Inghilterra, Maria di Guisa reggente di Scozia, Caterina de’ Medici e Maria Stuarda, l’uomo ha messo in evidenza l’incapacità di queste donne di governare. La regina d’Inghilterra Elisabetta I rispose impedendoli il transito, un’azione a quei tempi degna di essere ricordata per sempre.
Ai giorni nostri la parola misogino non è scomparsa: seppure di uso non comune durante il giubileo del 2000 sono state nominate le categorie dei peccati commessi nel passato dalla Chiesa. Tra queste sono state inserite anche le azioni contro la dignità delle donne e delle minoranza, dopo che nel 1995 Giovanni Paolo II scrisse una lettera destinata alle donne chiedendo loro perdono per le ingiustizie ricevute in nome di Gesù.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Misogino: che significa?
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