Montagne nere
- Autore: Dario Colombo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Nel maggio 1915, i trentini erano considerati dagli italiani sudditi di Cecco Beppe, perciò stranieri. Al contrario, per gli austriaci erano italiani, quindi nemici. La storia li ha dimenticati, ancora peggio ignorati. Montagne nere è il secondo di tre romanzi, pubblicato dalle Edizioni Minerva di Argelato (Bologna, giugno 2024, collana Egida, 272 pagine), dedicati da Dario Colombo alle vicende dei civili trentini nella Grande Guerra, quasi centodieci anni fa, cacciati a forza dalle proprie case, deportati nel centro Europa e detenuti in internamento da Vienna, per il sospetto di sentimenti di italianità, che in gran parte invece non condividevano affatto.
“Il popolo scomparso. Una pagina sconosciuta di storia italiana” erano i sottotitoli di Boemia (Minerva, maggio 2023), il testo d’esordio della trilogia storico letteraria del giornalista metà lombardo metà trentino, che in quarant’anni di carriera ha lavorato per quotidiani, periodici, radio e televisioni nazionali e diretto la testata giornalistica di “Tele+” (oggi SKY). Spicca la sua passione per la montagna e la storia della prima guerra mondiale, concretizzata in numerosi libri, lavori teatrali, documentari e rievocazioni storiche.
Colpisce allo stomaco e intenerisce i cuori più duri questo suo romanzo di gente perduta, sradicata dalle proprie terre oggetto di contesa tra il Regno d’Italia, che le reclamava come proprie geograficamente e l’impero asburgico, che le amministrava da un secolo, dal 1814, ancora prima che il congresso post napoleonico di Vienna assegnasse definitivamente il Tirolo e il Principato di Trento all’Austria, l’anno successivo.
Colombo dimostra la sua professionalità giornalistica nella nitida introduzione che collega il romanzo precedente all’attuale. Proprio nel maggio 1915, all’avvio della guerra mossa dall’Italia all’Austria-Ungheria “per liberare i fratelli di Trento e Trieste”, oltre 110mila trentini di lingua italiana vennero costretti ad abbandonare in poche ore le zone di confine con il Veneto e il Friuli. Lasciato tutto ciò che possedevano, si ritrovarono su carri bestiame, trasferiti in esilio nelle regioni interne dell’impero, in particolare in Boemia.
“Tutta la popolazione dovrà abbandonare le proprie case portando seco soltanto una posata e una coperta... tutti dovranno farlo volontariamente, altrimenti verranno puniti e allontanati in via forzosa... L’Imperial Regio Capitano Distrettuale... 23 maggio 1915”.
Visto che gli uomini erano stati chiamati alle armi dall’esercito austriaco e combattevano già da un anno sul fronte russo, si trattava nella stragrande maggioranza di donne, anziani e bambini. Civili deboli, affamati. Il loro paradigma è Cecilia Donnarumma, che vive i dubbi, le incertezze e le illusioni di tutti. La maestra trentina è stata internata a Novy Knyn con il padre vedovo. Ha perso l’amato Michele, caduto in Galizia. Poi è stato ucciso da uno sconosciuto cosacco anche Vlade, il figlio dei ricchi baroni Dubcek al quale si era avvicinata.
Negli ultimi tempi in Boemia, Olga le ripete spesso quanto le cose siano cambiate, rispetto alle giornate della disperazione. Appena arrivate in Boemia, con i vecchi impauriti e gli uomini in guerra, temevano di non avere un futuro. Avevano pianto vedendo i bambini senza cibo... adesso vanno a scuola, vestono decorosamente. Loro hanno tutte un lavoro e sono anche riuscite a far tornare gli uomini dal fronte.
A Pilsen, don Vigilio assiste allo sfacelo della duplice monarchia austro-ungarica, con i Boemi che distruggono i segni dell’impero di Vienna e aspirano all’autonomia statale. Tuttavia, i tempi sono e resteranno difficili per le nuove realtà, alla luce delle ambizioni di altri Paesi, usciti vincitori dalla Grande Guerra o appena nati come Stati.
Sembra di risentire Olga:
“Noi donne siamo sono state brave. Quando torneremo a casa - eccome se ci torneremo! - niente sarà più come prima”.
Rientrati nelle loro valli, osservano con sgomento che la maggior parte dei paesi è distrutta, le abitazioni sono spoglie di tutto. Campi, strade e boschi ,teatro della guerra, sono devastati e resi impraticabili dalle esplosioni, dalle mine, da distese di reticolati, per chilometri.
Come Colombo anticipa efficacemente, si apre un altro periodo drammatico per gli abitanti delle valli trentine, poverissimi in un Paese sfinito dalla guerra, asfissiati dalla burocrazia italiana. Restano “nemici” per l’Italia, che pure li aveva voluti liberare dal giogo austriaco. Un diffuso sentimento di diffidenza nei loro confronti crescerà addirittura con l’avvento del fascismo. I reduci dal fronte, di lingua italiana ma in uniforme austriaca, sono ancora nei campi di prigionia e in troppi trovano la morte a guerra finita.
In tanti profughi, specie i più giovani e le donne, cresce il rimpianto per la Boemia: le amicizie, le feste, le campagne immense piene di luce e di colori. Perché i luoghi che ritrovano sono trasformati, irriconoscibili. Come dice una delle protagoniste: le montagne sono diventate nere.
Dopo il conflitto, il ritorno alla ricostruzione. Ma di cosa e con quali sentimenti e aspirazioni? Il parroco trentino interpreta i temi del secondo episodio della trilogia. Se il primo è stato un racconto al femminile, questo è un coro di gente semplice, che vive un dramma plurimo.
“Questo romanzo racconta un’altra pagina sconosciuta e controversa di storia del nostro Paese di cui poco o nulla si è parlato e di cui è giusto conservare la memoria”.
Montagne nere
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Montagne nere
Lascia il tuo commento