Morivamo di freddo
- Autore: Rosalia Messina
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Ho appena terminato di leggere “Morivamo di freddo” e nella mia mente c’è ancora il riflesso delle parole di Rosalia Messina, dei visi dei protagonisti. Sono riuscita a formarmi un’immagine precisa di tutti loro: volti un po’ rugosi e sbiaditi, quelli dei personaggi appartenenti al passato, presenti nei vari flashback del racconto. La figura giovane e intensa di Enrico in technicolor. La dolcezza delle donne di cui nella storia si accenna appena il nome, e che, nonostante questo, sono dotate di un carattere più definito dello stesso Enrico.
Perdersi nell’atmosfera di “Morivamo di freddo” vuol dire viaggiare nelle vite dei suoi personaggi; è un romanzo che parla di dolore, d’amore, ma soprattutto dei segreti che si celano nel profondo di ogni essere umano e che quando vedono la luce lasciano dietro di loro una nube di sconcerto: sfogliare le pagine di un diario rischia di essere un’esperienza annichilente, come sa bene Sandra, la madre del protagonista. Seguire il consiglio dell’amica antipatica di una pseudo fidanzata può diventare l’occasione per rimestare nel proprio inconscio fino ad approdare al centro, al cuore di tutto ciò che fa male… Per Enrico sarà forse la sorpresa più grande, scoprire che nella sua mente c’è un angolo grigio che, pur all’apparenza insignificante, è in grado di condizionare il suo benessere.
Ognuno dei protagonisti ha un insegnamento da regalare al lettore: per esempio che l’amore vale la pena di essere vissuto solo quando è autentico, perché altrimenti è meglio, e più soddisfacente, dedicarsi a se stessi; è una lezione che devono imparare soprattutto le donne del racconto, quelle donne di una volta sempre disposte a sacrificarsi pur di stare vicino a un uomo che magari non le ama, che le lascia morire di freddo. Oppure che non ha senso trascorrere l’esistenza invidiando un amico apparentemente perfetto: i silenzi e i rancori pesano sull’animo come cemento, e prima o poi finiscono per creare attorno al cuore un muro che ci separa dalla realtà, rinchiudendoci in un limbo di solitudine.
Ma soprattutto credo che il libro di Rosalia Messina mostri che forse cambiare davvero non è possibile, e che in fin dei conti va bene così. Possiamo guardare dentro noi stessi, scoprire verità che non sospettavamo, possiamo addirittura sembrare diversi per un certo periodo di tempo, però la natura di cui siamo fatti tornerà sempre a galla.
Sbaglieremo di nuovo e faremo del male alle persone che ci vogliono bene, e tutto ciò sarà assolutamente umano.
Enrico e sua madre arrivano separatamente alla stessa conclusione: lui si servirà della psicanalisi mentre lei avrà soltanto la testimonianza scritta della disperazione di suo marito, ma entrambi capiranno che il segreto della guarigione emotiva non è trovare un lieto fine, ma comprendere se stessi e gli altri, senza cadere in inutili sensi di colpa né lasciare che il passato reprima le opportunità del presente.
Felicità significa sopravvivere, e accettarsi.
Morivamo di freddo
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