Natale sotto il cupolone. Scrittori romani raccontano
- Autore: Renato Minore
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
L’anno nero della capitale, la città senza sindaco, travolta da scandali ed inefficienze, si salva, come sempre, solo con la sua cultura, con la ricchezza delle sue voci letterarie.
Ecco allora in occasione del Natale “Natale sotto il cupolone. Scrittori romani raccontano” la proposta da parte di Interlinea (2015) di una piccola raccolta di racconti inediti di scrittori che sono nati o che da moltissimo tempo vivono a Roma a cura di Renato Minore.
Sono scrittori e scrittrici, notissimi o giovanissimi, tutti accomunati dalla scelta di ambientare a Roma le loro storie: Paolo Di Paolo ci racconta la memoria di Goethe del Natale 1787, “ora che sta vivendo l’ultimo Natale della sua vita, nel 1831 a Weimar”.
Goethe aveva capito che si nasceva di continuo e non una vota sola, ogni giorno è un Natale, è Natale ogni minuto,
“finché dura questo capolavoro di istanti che messi in fila che chiamiamo vivere”
una riflessione laica sul Natale del grande intellettuale tedesco che amava Roma, che invece non fu amata da Leopardi; il suo Natale del 1822 ce lo racconta Dacia Maraini nel suo delizioso “Natale a Roma”: un giovane magro, con un pastrano marrone foderato di pelliccia, calze bianche e scarpe leggere gira infreddolito nel centro della città, parlando da solo al vento e alla luna, seguito da due impertinenti ragazzacci che lo deridono da lontano, prendendolo per pazzo...
“questa terra ….sporca, questa terra umiliata…oziosa….brrr…eh eh….scoppia di noia”
borbotta l’ometto sgraziato: poi il giovane stravagante che sembra un poveraccio insensato estrae una grande chiave di ferro e spalanca il portone del palazzo Antici, in via Michelangelo Caetani, dove aveva trascorso sei mesi in casa dello zio: i due mocciosi romani ignorano di aver incontrato il più grande poeta italiano dell’800.
Altri racconti, di Renzo Paris (“Frittelle a Roma”, un racconto ambientato ai giorni nostri a San Lorenzo, dove vive una coppia di giovani precari che riceve la visita della madre di lui dall’Abruzzo, scandalizzata dalla loro miseria anche per il pranzo della vigilia di Natale), e ancora i racconti di Pascale, Picca, Volpe, Febbraio.
Bellissimo quello si Romana Petri, che racconta il suo Natale anni 50, quando bambina con la mamma andava con l’autobus da Piazza Crati a Piazza Navona per le bancarelle, dove si comprava la carta per il presepe, il muschio, la carta stellata per il cielo, per poi scoprire improvvisamente la notte della vigilia che Babbo Natale non esiste.
“Mica poteva essere matto Babbo Natale, mica poteva amarmi così tanto, così troppo, così smisuratamente”
Una palla sull’albero con scritto “Romana”, smaschera i suoi genitori, autori dei tanti doni.
La conclusione del piccolo libro “Natale sotto il cupolone. Scrittori romani raccontano” da regalare per le prossime feste è di Raffaele La Capria, con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, contro il consumismo del Natale, a favore di una maggiore spiritualità.
Natale sotto il cupolone. Scrittori romani raccontano
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