Nel cortile della moschea. Racconti dell’altro Islam
- Autore: Non disponibile
- Genere: Religioni
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
Che cos’è un “sufi”? Ce lo spiega proprio una delle prime note di questo libro: nella religione islamica, “sufi è il mistico interessato all’unione intima con Dio”. Proprio di sei sufi, vissuti nel secolo fra gli anni 1000 e 1100, sono opera tutti gli scritti riuniti in questa piccola antologia.
E’ certamente un sottotitolo che colpisce questo “Racconti dell’altro Islam”, non esente da una sottile vena polemica. “L’altro Islam” è quello che si discosta dall’opinione superficiale e intrisa di paura che la maggior parte degli occidentali ha di questa religione, troppo spesso associata alle tristi gesta dei kamikaze, e improntata invece, nella propria forma più pura e autentica, alla comprensione e al perdono.
Questo libro vuole costituire un invito alla conoscenza di un lato della religione islamica che l’occidentale di solito ignora, usando come base le varie affinità che esistono fra ogni religione di questo mondo, e dalle quali neppure il cristianesimo e l’Islam sono esenti, anzi.
Allo stesso tempo, però, questi brani ci regalano una prospettiva sulla vita nei Paesi islamici all’inizio del millennio, facendo “assaggiare” al lettore, in modo reale, consuetudini, comportamenti e abitudini, ma, contemporaneamente, restituendo il sapore di un mondo affascinante proprio perché fiabesco, magico, ammantato di una sottile polvere di sogno, esotismo, fantasia e misticismo.
In realtà, quelli che troviamo in questo libro non si possono esattamente definire “racconti”. Sono vere e proprie parabole, episodi di vita di illustri esponenti della religione, miracoli, gesti di estrema fede compiuti da persone comuni. Elemento fondamentale di questa come di tutte le altre religioni è la fede incrollabile nel proprio Dio, che soddisfa ogni bisogno essenziale di chi si affida a lui, e la mortificazione di sé stessi quale mezzo per raggiungere la perfezione agli occhi del proprio Signore.
Non tutte le storie che leggiamo riguardano però la religione. Ve ne sono anche alcune che riguardano situazioni che niente hanno a che vedere con moschee e capi spirituali, ma che fungono piuttosto da lente d’ingrandimento delle varie sfaccettature della psiche umana. Si prendano ad esempio due delicate storie d’amore fra marito e moglie: nella prima, l’amore del marito, vivo e fervente all’inizio, scema una volta placato il proprio desiderio, iniziando a guardare la moglie con occhi diversi e notandone i difetti; nella seconda, l’amore è invece tanto grande e profondo da indurre il marito a fingersi cieco fino alla morte della moglie, per farle credere di non poter vedere il suo volto sfigurato e risparmiarle, quindi, l’imbarazzo. Vi è la semplice storia di un cane che si sacrifica per evitare al proprio padrone la morte per avvelenamento, ma anche quella di un uomo che si commuove per un cane randagio arrivando a vendere i meriti di settanta pellegrinaggi per salvargli la vita. Ancora, il ritratto di un “devoto” esibizionista, categoria conosciuta e invisa anche alla religione cattolica, che ci strappa un sorriso ironico con il suo ostentare i propri “atti di santità”. Vari brani stigmatizzano il peccato come eccessivo attaccamento alle cose materiali, come il denaro o le belle vesti o anche il solo mangiare un cibo troppo “ricercato”.
Come tanti frammenti di un mosaico, tutti questi episodi ricreano la nostra visione di un mondo esteriore e interiore che saprà stupirci e, probabilmente, farci aprire la nostra mente, troppo spesso pigra e distratta.
Nel cortile della moschea. Racconti dell'altro Islam
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