Nelle migliori famiglie
- Autore: Angelo Mellone
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2021
Il romanzo Nelle migliori famiglie (Mondadori, 2021) di Angelo Mellone inizia con una scena drammatica: all’ospedale di Cortina d’Ampezzo, nel pomeriggio del 24 dicembre 2022, si presenta un caso difficile, un codice rosso: Denis Cometti, un sedicenne, sciando, ha avuto un incidente e riportato gravi fratture che potrebbero avere esiti drammatici poiché il ragazzo pare non avere sensibilità alle gambe. Denis non appartiene a una famiglia qualunque: suo padre è Piero Cometti, chirurgo plastico di gran fama e sua madre, Elisabetta Pignatelli è una conosciuta giornalista e presentatrice televisiva che ora mira anche a incarichi in politica. La coppia ha provenienze e modi di pensare diversi: quando si sono incontrati, verso la fine degli anni Novanta, lui era un medico con idee di sinistra e lei una studentessa di famiglia cattolica di destra. Eppure a unire quegli opposti ecco il sentimento e la passione che, in breve tempo, li fanno innamorare. Dal loro matrimonio nascono quattro figli, tre maschi e due femmine: tutto pare procedere nel migliore dei modi, marito e moglie hanno successo nel lavoro e coltivano amicizie altolocate pari allo stile di vita che anche loro conducono. Non c’è nube all’orizzonte fino a quando, nel dicembre del 2020, verso le cinque del mattino, il loro primogenito Flavio viene investito da un’auto rimasta sconosciuta e non sopravvive all’incidente. Da qui in poi nulla è più come prima: Piero ed Elisabetta non sono più una coppia, si rinfacciano qualunque cosa e non c’è niente che li tenga insieme, neppure la presenza degli altri tre figli. Il matrimonio termina con la separazione e le udienze sono quasi contemporanee ai fatti del Natale 2022.
“Dopo la Messa del trigesimo, non si erano più ritrovati in chiesa per ricordare il figlio. Elisabetta e Piero, era chiaro, si erano singolarmente appropriati del lutto. Lo avevano avvolto attorno a sé come una personalissima coperta piena di dolore. Il sudario del pugile sconfitto”.
Quel Natale, comunque, Piero ed Elisabetta avrebbero dovuto trascorrerlo insieme, complici le richieste dei figli. Così la coppia si ritrova a Cortina anche se Elisabetta è impegnata a organizzare una cena di Natale che potrebbe dare una svolta significativa alla sua carriera e Piero, con uno stop alle sue prestigiose attività di chirurgo, va a sciare con l’ultimogenito.
L’incidente sconvolge ulteriormente la loro vita e lì, nel Pronto Soccorso e nelle corsie dell’ospedale di Cortina, tra flashback e drammatiche attese, ha luogo il dipanarsi degli eventi. Piero è sempre presente e ricorda mentre Elisabetta rimane più tempo a casa in attesa degli ospiti e della cena che non si può assolutamente rimandare. Molto vicina a Piero è la figlia Sara, che manifesta sentimenti più accorati nei confronti del fratello ma anche dell’intera famiglia. Quelle lunghissime ore trascorse in attesa di esami e poi di un delicatissimo intervento per una restitutio ad integrum della salute del ragazzo sembrano secoli e sono l’occasione per i due di andare con la mente avanti e indietro nel tempo e ripensare a gioie, soddisfazioni, dolori, drammi non totalmente espressi. Sulla bilancia dei pensieri di Piero e poi anche di Elisabetta che lo raggiunge a notte fonda stanno ricordi del passato, rancori, colpe presunte dell’uno o dell’altra e soprattutto l’incapacità di essere un tutt’uno nella buona e nella cattiva sorte senza anteporre i propri personali desideri e la brama di successo. Il dramma per la perdita del primogenito li aveva separati, ma ora il dolore per la delicatissima situazione fisica di Denis è occasione per rivedere il proprio modo di pensare, per ripensare a sé e ai propri figli in maniera altrettanto intensa ma forse un po’ diversa. A fare da intermezzo fra gli ultimi capitoli c’è questa riflessione:
“La famiglia è un piatto o una tazzina.
Se il piatto o la tazzina si rompono devi decidere cosa fare.
Se butti via i cocci nel secchio della spazzatura, la storia del piatto o della tazzina finisce nel secchio.
Se invece stabilisci di riattaccare i cocci, perché ne vale la pena e lo sai fare, il piatto ritorna piatto e la tazzina tazzina.
Né il piatto e la tazzina sono belli come prima ma esistono ancora.
Altrimenti diventano spazzatura.
Scegli: la colla o i cocci sparsi.
Scegli: il danno o il pattume.
Scegli: le cicatrici o la dissoluzione.
Scegli: amare le ferite o accogliere la morte.
La tazzina e il piatto sono sempre qualcosa in più dei loro cocci”
La famiglia, anche per Piero ed Elisabetta, riacquista valore proprio lì dove potrebbe rinnovarsi quel dramma che li ha divisi due anni prima. Angelo Mellone scrive del nucleo familiare in maniera concreta, costruttiva, ma va ancora oltre. Lascia ai lettori un finale assolutamente spiazzante e inimmaginabile con un epilogo che è altra catarsi rispetto a quella già letta fin quasi alla fine.
Il romanzo è intenso e coinvolgente, il linguaggio fluido ma anche estremamente appropriato: Nelle migliori famiglie si fa leggere tutto, ma davvero tutto. Fino all’ultima pagina, fino all’ultima riga.
Nelle migliori famiglie
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