Nicola Chiaromonte
- Autore: Cesare Panizza
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2017
Il pensiero filosofico e politico di Nicola Chiaromonte (1905-1972), radicato e perdurante in tanta parte della cultura americana e dell’Europa dell’Est, è tornato negli ultimi anni a influenzare indagini e riflessioni anche negli orizzonti di quella cultura italiana per lungo tempo refrattaria ai suoi stimoli. Non sorprende che in un tempo di disorientamento come il nostro, si torni a riflettere sull’opera di un intellettuale che sulla crisi della coscienza borghese nella società moderna e la sua deriva barbarica negli anni cruciali del Fascismo, della Seconda guerra mondiale e del dopoguerra, ha imbastito pagine militanti di assoluta chiaroveggenza.
A tal scopo, un contributo a una definizione più sistematica del pensiero di Chiaromonte, intrecciato alla sua singolare vicenda esistenziale, ci è offerto dalla biografia di Cesare Panizza (“Nicola Chiaromonte. Una biografia”, Donzelli, 2017), pregevole per il lavoro rigoroso e appassionato di ricerca e documentazione; tanto più in considerazione della dispersione di testi e documenti dovuti ai lunghi anni di esilio e precarietà, lontano dall’Italia, che assillarono l’esistenza dell’intellettuale lucano.
Un ingente lavoro filologico ed ermeneutico, quello di Panizza, che ha il tono di un colloquio incessante con l’oggetto della sua indagine, di cui ha saputo riportare in luce, come nel restauro di un quadro che ha rischiato più volte di scomparire, i colori originali, le zone mancanti, i moti dell’animo. Perché rileggere ancora Chiaromonte? I testi apparsi sui "Quaderni di "Giustizia e Libertà" negli anni della dittatura fascista e le altrettanto significative opere del dopoguerra?
Le sue idee rappresentano forse per il senso comune una sfida troppo ardita in un tempo di disimpegno, di separazione tra politica e società reale, di disinganno sconfinante nell’abulia attuale, nell’indifferenza?
Ma è tutto ciò che Chiaramonte ha meditato in un tempo che ci appare passato e di cui il nostro tempo rappresenta l’evoluzione e la conferma. Forse la bellissima riflessione che Panizza antepone al suo pregevole lavoro, accostando la figura di Chiaromonte al personaggio tragico di Antigone (negli orizzonti di una tradizione più vasta di quelle improduttive coltivate da tutti gli -ismi della modernità e autenticato in fondo dallo stesso Chiaromonte che nell’antichità, greca in particolare, cercava i germi e gli stimoli per una lettura più efficace del tempo presente) rintraccia nel rapporto tra Politica e Morale il nucleo del suo pensiero.
Antigone non esita ad anteporre all’autorità del Re e padre Creonte, fondata su una ragion di stato inumana e la difesa dello “status quo” (archetipo delle aberrazioni della Politica in ogni tempo) le ragioni di una forma diversa di giustizia. Ella sacrifica la libertà propria per uno scopo superiore, che è la liberazione dell’uomo in una società che appartenga ancora al dominio di ciò che è giusto, e umano. Ed è principalmente in questa nozione di “Giustizia” che contiene in sé la “Libertà”, fondata sul "primato della coscienza individuale e della cultura sulla politica” e scaturita dalla verità di un ordine vivente piuttosto che da schematismi ideologici, che consiste il senso di un umanesimo civile ancora spendibile nel nostro inquieto presente.
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