No God - Perché credere nell’uomo e non in Dio di Dante Svarca

Tra la variegata saggistica che negli ultimi tempi prova a screditare fedi e credenze religiose, sull’esempio del matematico Piergiorgio Odifreddi o del filosofo Michel Onfray, ecco un altro contributo volto a demolire le grandi religioni monoteistiche: Islamismo, Ebraismo, Cristianesimo.

No God, edito da Vertigo (2012), affronta infatti il tema del rapporto tra uomo e religione, analizzando con spirito critico, punto per punto, i vari aspetti storici, culturali, antropologici, dottrinari, nel cui ambito sono sorte e sviluppate le più importanti - e diffuse - credenze religiose.
Le maggiori stroncature vengono però riservate al Cattolicesimo e alla Chiesa di Roma. Forte è la polemica rivolta al rito liturgico dell’eucarestia, assimilandola a qualcosa che ricorda il cannibalismo. Incomprensibili sarebbero, poi, la spiegazione cristiana dell’anima, il concetto della Trinità, l’isitituto della confessione, la tripartizione ultraterrena tra paradiso, purgatorio, inferno.
Dura è la riprovazione - diciamo pure plausibile e condivisibile anche dal più fervido dei cattolici - sulle enormi ricchezze possedute dalla Chiesa, sull’eccessivo potere politico/finanziario esercitato dal Vaticano. Grande scetticismo quando si parla dei miracoli. A questo proposito, tuttavia, le critiche presentate dall’autore appaiono talvolte un po’ supericiali, non supportate da argomenti inoppugnabili. Una su tutte: le stimmate di padre Pio da Pietralcina, liquidate come semplici imposture per alimentare la credulità dei fedeli, senza però tener conto che la stessa medicina non ha mai saputo fornire spiegazioni scientifiche convincenti sulle cause di quelle piaghe.

La tesi di base del libro è credere nella Ragione e nell’uomo, più che in un Dio di cui sappiamo poco: soltanto l’uomo, credendo in sé stesso, è capace di evolversi e di compiere con il tempo i "miracoli" che renderanno felice la sua esistenza sulla terra. Secondo Svarca, si prospetta la speranza che la scienza, un giorno, sia in grado addirittura di assicurare l’eternità agli uomini.
No God, con la sua apologia della dea Ragione, è comunque carico di spunti per avviare un pacato, vivo, interessante confronto tra chi ha fede e chi non ce l’ha.

A mio parere, ogni credente dovrebbe affrontare la lettura di questo libro - tra l’altro scritto in modo chiaro e scorrevole - senza alcun timore o pregiudizio, cogliendo invece l’occasione per affinare la propria dimensione religiosa in un credo più meditato, più profondo, più maturo e con una maggiore consapevolezza nel vivere la fede.