Noi siamo così
- Autore: Luisa Mattia
- Genere: Scuola
- Anno di pubblicazione: 2012
- Età di lettura: da 13 anni.
In poco più di cento pagine, Luisa Mattia riesce a mettere insieme narrativa di qualità, emergenze sociali, problemi dell’adolescenza, della famiglia, della scuola con una notevole efficacia nel bel libro “Noi siamo così”, frutto di un lavoro con una classe di scuola media, la 2L, posta all’estrema periferia romana. Chi, come me, ha lavorato per anni nella scuola e ne ha a cuore gli enormi problemi, sa quanto abbia dovuto faticare l’autrice per comporre un puzzle che potesse mettere insieme adulti e ragazzi, istituzioni e burocrazia. Il risultato è un romanzo-verità, fresco e di godibile lettura, pur se affronta i temi scottanti dell’adolescenza spesso incompresa, dell’incomunicabilità fra generazioni, dell’incapacità della scuola di intercettare i problemi familiari, talvolta sommersi, che limitano la resa scolastica di moltissimi ragazzi e sono alla base di abbandoni, dispersione, fughe, e, nei casi più drammatici e non infrequenti, di suicidi.
Luisa Mattia ci racconta di Arianna, in un interno romano modesto, con mamma assente e presto scomparsa, padre stanco e incapace di un rapporto vero con i suoi due figli: oltre ad Arianna, quattordicenne inquieta, c’è Andrea, poco più grande ma pronto anche lui per una vita di emarginato.
Arianna, delusa dall’amica Marta che non l’accoglie nel suo tentativo di fuga da casa, delusa da Cristian, il ragazzo di Marta, troppo timido per dichiarare il suo interesse per lei, si rifugia, con pochi spiccioli in tasca alla stazione Termini, luogo estraneo e ostile, soprattutto di sera. Un barbone, Fausto, l’accoglie e la sfama con un hamburger che i ragazzi di MacDonald’s regalano a fine giornata ai senzatetto, fin a quando non compare un ragazzo del Bangladesh, Jamal, che si offre di ospitarla nel minuscolo ma pulitissimo monolocale dove il giovane confeziona orecchini e monili che vende ai mercati. Arianna decide di seguire Jamal e di fidarsi di lui, accettando di fargli da aiutante nel mercato in una città marina in Abruzzo, che i due raggiungono in pullman (in treno ci sono controlli e Jamal è un clandestino).
Arianna comincia così la sua vita di “latitante”: la stanno cercando? Deve sfuggire ai controlli della polizia e nel far questo tradisce Jamal, consegnandolo alle forze dell’ordine…”Sono una carogna”, dirà di se stessa, pentita per un’azione davvero crudele. Ora è sola, anche se le si affianca un cane bastardo, solo a sua volta, che non la lascia. Alla fine, l’incontro con una persona positiva, Caterina, “la scrittrice”, una donna singolare, un po’ pazza, l’unica in grado di accogliere e di capire i drammi di Arianna, che viene accolta nella sua casa, tanto diversa da quella da cui la ragazzina è fuggita:
“Libri dovunque. Appoggiati sul tavolo, sul divano, sulla poltrona. Impilati accanto alle finestre, i libri formavano colonne sghembe di carta e cartone. Andavano a comporre sedute insolite, di fianco alla porta, sotto le finestre. Chissà se li aveva letti tutti, si domandò Arianna.”
Il romanzo di iniziazione di Arianna è finito. Tornata a casa, troverà qualcosa di cambiato: suo padre sarà diverso, meno triste; suo fratello Andrea, no, ancora pieno di problemi non risolti; Marta accogliente, anche se Cristian se ne è andato e raggiunge Arianna, forse per cominciare una storia...
Il lavoro più riuscito di Luisa Mattia è stato quello di far raccontare i ragazzi che hanno partecipato al laboratorio di scrittura del testo, per quello che sono davvero, con il loro look trasgressivo, le “cattive amicizie”, lo slang romanesco riprodotto fedelmente sulla pagina, i problemi di identità, il rapporto con gli stranieri e con i diversi.
La scrittrice, grande narratrice di storie, riesce a far parlare tutti e ad ognuno dei protagonisti affida un pezzo di realtà, ricomponendo un piccolo spaccato di realtà periferica, nella grande disumana metropoli che è diventata Roma, e suscitando così l’interesse e l’attenzione per gli invisibili, italiani o stranieri, inseriti o emarginati, di cui un welfare sempre più lontano e una scuola pubblica sempre più deprivata di mezzi e autorevolezza non riescono a farsi carico. Un’operazione culturale meritoria, un libro che sarà utilissimo ai numerosi insegnanti di buona volontà che appaiono troppo spesso incapaci di dialogare con i loro studenti, ragazzini prigionieri di problemi troppo pesanti per le loro spalle ancora fragili, che ne interdicono la possibilità di comunicazione con gli adulti. Il libro potrà essere letto nelle classi e sarà certamente di grande aiuto per capire che i ragazzi, oggi, a Roma come forse altrove nel mondo, sono così.
Noi siamo così
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