Non sarà un’avventura
- Autore: Rita Trigilio
- Genere: Libri da ridere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Leggiamo, leggiamo, fortissimamente leggiamo, ma divertiamoci una volta tanto, con un romanzo allegro che spazza via i cattivi pensieri, scritto con leggerezza, armonia e tanta voglia di cambiare. Non sarà un’avventura è il primo di una siciliana d’adozione, Rita Trigilio, pubblicato quest’anno da Algra (Viagrande-Catania, maggio 2024, 120 pagine).
La scheda biografica di Rita Trigilio segnala la partecipazione anni fa al progetto “Ellas se cuentan”, in Spagna, con la pubblicazione di un suo racconto. Nata a Roma, si è trasferita a quarant’anni a Catania per poi andare a Madrid; rientrata in Italia, ha frequentato i corsi dello scrittore Luigi la Rosa. Il suo racconto Dentro la Storia è entrato nell’antologia Classici allo specchio (2022).
Il suo argomento? Una coppia di buone amiche, una svolta: due donne si lasciano le loro vite alle spalle e scelgono la libertà, ripete l’autrice in tutte le presentazioni. Thelma e Louise padane? No, rinunciate all’istante alla tentazione di paragonarle alle protagoniste del road movie di Ridley Scott, per quanto la coloratissima copertina sembri citarle con quella decappottabile vista da dietro, simile alla mitica Ford Thunderbird del film. Hortencia e Ginevra non sono trenta-quarantenni inappagate e infelici, le fuggitive da una Milano poco da bere sono ultrasettantenni e lo spirito con cui si lanciano verso il nuovo è libertario, solo in piccolissima parte trasgressivo. Se vogliamo, ricordano di più la coppia di amiche in viaggio all’insegna del mollo-tutto-e-vado-via, portata in scena nei teatri italiani da Marisa Laurito, prima con Iva Zanicchi e poi con Fioretta Mari.
Che poi Hortencia proprio milanese non è, nata in Uruguay e andata in sposa a un giovane guardiamarina addetto all’ambasciata di Montevideo, conosciuto in un ricevimento per la festa nazionale italiana del 2 giugno. Per l’ex ammiraglio Alberici, la moglie conserva ancora a settantacinque anni la grazia e il fascino del primo incontro.
Ginevra, la più fedele ed intima delle amiche del bridge e tè di ogni mercoledì, è di poco più grande d’età ma tanto giovanile. È divorziata da vent’anni da un amico e collega dell’ammiraglio, Giorgio, impenitente donnaiolo e tuttora uomo affascinante. Hanno due figli e tre nipoti, però negli Stati Uniti, e vive sola in un appartamento in via Paolo Sarpi, la Chinatown meneghina. È ancora ribelle e imprendibile come da ragazzina a Roma, quando inventava scuse inverosimili per uscire da sola. Il padre poliziotto non voleva, la madre, insegnante di matematica, era ancora più contraria.
Ricorda bene quel febbraio del 1965, la ricerca di storia da Rebecca per andare al concerto dell’Equipe 84 al Piper. Era stata abilissima a convincere i genitori che avrebbe dormito dall’amica; per una volta, le avevano detto sì. Un attimo per infilare in borsa la minigonna e indossare gli stivali bianchi alti ed eccola in discoteca, a truccarsi in bagno con la complice.
Quella sera, conobbe Giorgio. Il giorno dopo, se l’era ritrovato all’uscita da scuola ad aspettarla per accompagnarla a casa. Ginevra aveva arrotolato la gonna blu per accorciarla e slacciato il primo bottone della camicetta. Giorni dopo scoprì che quel ragazzo affascinate era un allievo dell’Accademia Navale in permesso premio nella capitale. Lei, l’ammutinata, con un ufficiale di Marina!
In poco tempo, Hortencia perde il marito ottantenne, spirato all’improvviso di notte. La cameriera filippina è costretta ad andare via, dopo avere servito in famiglia per vent’anni, e il figlio mette in vendita il bell’appartamento con terrazzo in pieno centro, dice che è troppo grande per una vedova sola. Così l’autonomia se ne va a quel paese e si ritrova in un elegante residence per anziani molto abbienti, in una villa di fine Ottocento sul lago d’Iseo. Una sistemazione più che signorile, ma quanta tristezza.
Ginevra va sempre a trovarla, anche due volte a settimana. Non si sente di abbandonarla ed è preoccupata, la vede triste; così chiacchierano e passeggiano nel parco. Hortencia si sente al crepuscolo della vita. Ginevra si convince e la convince ch’è tempo di reagire: hanno entrambe girato il mondo e il mondo le sta ancora aspettando.
Nasce il progetto della fuga. Prima per scherzo, poi l’idea prende pian piano a farsi strada. Appuntamento dopo pranzo, appena fuori i cancelli della villa: è l’orario migliore per scomparire senza farsi notare, il personale è impegnato a sparecchiare in sala da pranzo e la maggior parte degli ospiti è nelle stanze per il riposino pomeridiano.
Certo che l’auto scelta da Ginevra non passi inosservata: coupé, senza tettuccio, gialla per giunta! Fatto sta che la sua auto l’avrebbero individuata subito, così ne ha cercato una più adatta. È un Duetto Alfa Romeo: non una semplice autovettura, un’icona.
Partono rombando. Il piano è a punto da giorni. A Nizza per l’ora di pranzo del giorno dopo. Meta: un piccolo e delizioso albergo sulla collina di Cimiez, balcone con vista sulla città.
Intanto, Hortencia chiede di percorrere un tratto di strada panoramica con vista sul lago, pieno di ville liberty vicino Sarnico. Pensa che quello scelto dal figlio sia un bel posto, ma la sua casa le mancava. Tutto le manca.
Ginevra nota il velo di tristezza sceso sull’amica, cambia marcia e accelera. Tornano a sorridere insieme, come fanno da sempre.
La France, vive la France. Nous voilà. Stiamo arrivando!
Ginevra si risente addosso i diciassette anni e a Hortencia è tornato il sorriso sul volto. L’avventura è iniziata. Il futuro le sta aspettando. Lo raggiungeranno a bordo di un’auto sfacciatamente gialla.
Non sarà un'avventura
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