Non solo di cose d’amore
- Autore: Pietro Del Soldà
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
Nel suo interessante volume Non solo di cose d’amore, recentemente pubblicato da Marsilio, Pietro Del Soldà (Venezia, 1973), autore e conduttore del programma di Rai Radio 3 Tutta la città ne parla, si interroga su come si possa imparare a essere felici, seguendo le tracce disseminate dalla filosofia antica e le
indicazioni di colui che ne è stato il più conosciuto dei maestri: Socrate.
Proprio Socrate, con il suo tenace interrogare i discepoli riguardo a ogni questione etica, politica e logica, nel suo paziente e ironico scavo nelle coscienze degli oppositori, nel ribadito sottolineare le contraddizioni del pensiero e del linguaggio, può forse oggi aiutarci a recuperare l’antico e necessario artificio di ogni indagine filosofica: il porsi domande, il proporre risposte, il continuo dialogare in un confronto stimolante con l’altro da noi.
Del Soldà, forte dei suoi studi classici e del dibattito radiofonico con gli ascoltatori sui diversi argomenti suggeriti dalla cronaca quotidiana, indaga le contraddizioni dell’attualità utilizzando gli strumenti offerti dalla dialettica socratica; lo fa scandendo il testo in tre sezioni, concernenti i problemi dell’io, la vita collettiva, e l’idea di felicità. Tutte e tre queste fasi della sua ricerca hanno come perno la consapevolezza che ogni obiettivo, individuale o sociale, che ci proponiamo di raggiungere è ottenibile sulla spinta di una tensione erotica.
Socrate nel Simposio affermava di intendersi “solo di cose d’amore”, volendo tuttavia indicare con questo termine non tanto il sentimento privato e romantico che noi gli attribuiamo oggi, bensì l’attenzione consapevole e generosa verso ogni aspetto dell’esistenza, dalla politica all’economia, dalla giustizia all’arte, dalla virtù alla verità come fine.
Nel primo capitolo, l’autore esplora le cause che rendono l’individuo contemporaneo infelice, insoddisfatto e insicuro: oltre a motivazioni concrete e cogenti, quali la precarietà lavorativa, la mancanza di prospettive future, il deteriorarsi dei rapporti familiari, l’emergenza abitativa, ne esistono altre più soggettive e indotte culturalmente: la competitività, il conformismo, la diffidenza verso il prossimo, il timore del fallimento sociale, il culto del successo, l’ossessione dell’apparenza, la solitudine.
Ostentazione, ipertrofia dell’io, volontà smodata di affermarsi, utilizzo di artifici retorici per sbaragliare l’avversario sono tecniche di sopraffazione che non riguardano solo l’oggi. Ai tempi di Socrate se ne servivano i sofisti, che avevano in Protagora il massimo esponente. Nella descrizione infastidita che ne dà l’autore, confrontandolo con la severa moralità di Socrate, intuiamo il giudizio negativo riservato a tanti figuranti dei nostri giorni che sfruttano la loro vacua e aggressiva eloquenza con l’unico scopo di ottenere popolarità.
Nella parte centrale del volume, Pietro Del Soldà analizza i rapporti che il singolo cittadino di un paese democratico instaura con l’ambiente civile in cui è inserito,
il senso e il valore della vita associata e i problemi che affliggono la politica contemporanea
Questioni numerose e difficilmente risolvibili: populismo, disaffezione verso le istituzioni, astensionismo, disuguaglianze economiche, crisi delle identità nazionali, controllo invasivo del potere, abuso o negazione delle libertà personali. In una società ridotta a “teatro indifferente”, per molti
Il palco di oggi è composto dallo schermo televisivo, dai social network e dagli algoritmi che rendono ogni giorno più spessa e coriacea la bolla nella quale si trovano riuniti tutti coloro che la pensano allo stesso modo.
La felicità personale dei cittadini può concorrere a migliorare l’esistenza collettiva, si può abbattere il muro interiore che deresponsabilizza l’individuo e lo separa dagli altri? Socrate asseriva che:
ogni decisione pubblica va ricondotta al reciproco rispecchiarsi di chi conosce se stesso.
È ancora l’insegnamento socratico a illuminare le pagine conclusive, forse le più coinvolgenti, del volume. In esse Del Soldà esprime la speranza che una liberazione dalle angosce dell’uomo moderno possa arrivare da un ritorno al pensiero filosofico, da una riscoperta dell’interiorità che anziché chiudere apra agli altri, riconosciuti simili e non solo antagonisti. Sull’esempio di Socrate, dobbiamo riscoprire un sapere che sappia unire “conoscenza e impegno, libertà e cura degli altri, domanda e risposta”, in un dialogo intessuto tra intimità e socialità, riflessione e azione concreta, eros e poiesis, che abbia come fine il raggiungimento della verità e della giustizia.
Non solo di cose d'amore: Noi, Socrate e la ricerca della felicità
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Libro che mi ha deluso. Ripetitivo ed evanescente. Divagazioni un po’ lunghe sui sistemi di governo, non proprio - a mio modesto avviso - opportunamente inserite nel contesto del tema trattato.
A me non ha trasmesso nulla.
A me ha detto moltissimo sulla vita di relazione politica,sociale, umana
per la ricerca della verità e della felicità. La migliore conclusione sta nel
mito della caverna dove l’uomo ( il migliore dopo il "Sapiens") che attraverso la conoscenza ( la luce ) si è liberato dai vincoli e vere catene
che lo tengono legato passivamente agli interessi personali con odi, illiberalità, sperequazioni, ingiustizia e guerre, si preoccupa di aiutare gli altri al fine d’essere felici tutti.