Non tutto è perduto. Un’avventura del commissario Bordelli
- Autore: Marco Vichi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2022
Arriva in libreria l’undicesima avventura del Commissario Franco Bordelli in Non tutto è perduto (Guanda, 2022) scritta da Marco Vichi, autore toscano nato a Firenze nel 1957 e residente nel Chianti.
“Il commissario Bordelli entrò nel suo ufficio alle otto di mattina, dopo una notte quasi insonne, passata a rigirarsi tra i lenzuoli fradici di sudore”.
È l’incipit de Il commissario Bordelli, il primo romanzo di Marco Vichi con protagonista il celebre poliziotto della questura di Firenze uscito in libreria vent’anni fa, che riletto vent’anni dopo conserva intatta tutta la sua freschezza. Ebbene sì, proprio adesso che l’ex commissario appena andato in pensione compie vent’anni di vita letteraria, la casa editrice Guanda per festeggiarli ha appena pubblicato le nuove edizioni dei romanzi di Bordelli con la veste grafica della collana Guanda noir: Il commissario Bordelli, Il nuovo venuto, Morte a Firenze (Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano), La forza del destino, e Una brutta faccenda.
Un uomo malinconico, ironico, un po’ sovrappeso, che beve mangia e un tempo fumava troppo e che ha un suo personale codice etico che spesso entra in conflitto con la Giustizia istituzionale. Ecco chi è Franco Bordelli, che i lettori hanno iniziato ad apprezzare fin da subito, conquistati dal suo carattere brusco ma in fondo bonario, che si muove nella Firenze dei primi anni Sessanta del Novecento. Ma per capire Bordelli occorre tornare al periodo della II guerra mondiale, quando Franco si era arruolato volontario nel ricostituito Battaglione San Marco per liberare il proprio Paese dall’invasore nazista.
La guerra era finita, ma Bordelli, nel suo ruolo di servitore dello Stato, aveva presto compreso che quell’Italia scaturita dal conflitto mondiale, per la quale aveva combattuto, non era quella che aveva sognato di contribuire a ricostruire. Morti violente, assassinii efferati, a tutto questo si era aggiunta l’alluvione di Firenze dell’autunno del 1966, che Bordelli aveva vissuto nella sua abitazione nel quartiere popolare di San Frediano, dove aveva abitato per trent’anni. Rifugiarsi nella bella casa di campagna dell’Impruneta, dove viveva dal 1967, aveva rappresentato un punto di svolta per il vecchio sbirro, anima solitaria con la sola compagnia dell’orso bianco Blisk, che fingeva di essere un cane, e di Geremia, il teschio che rammentava a Franco le miserie umane e con il quale il commissario dialogava spesso e volentieri.
Nella campagna toscana che assomiglia a un dipinto del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori, il commissario riceveva pochi e selezionati amici (Diotivede, il migliore anatomopatologo in circolazione, il colonnello Arcieri, ex dei Servizi Segreti, Ennio Bottarini detto Botta, ex scassinatore, Dante, stravagante “inventore”) per delle cene rituali, senza compagnia femminile. Discorso a parte meritano le relazioni di Franco Bordelli con il sesso opposto: una casta con un’ex prostituta, Rosa, e un’altra appassionata con Eleonora, una ragazza molto più giovane di lui. Aggiungiamo anche la passione di Franco per la scrittrice Alba de Céspedes, innamorato dello stile raffinato dell’autrice di origine cubana.
Franco Bordelli era anche una buona forchetta, notevoli i suoi pasti consumati nella trattoria fiorentina “Da Cesare”, dove il cuoco pugliese Totò lo tentava con piatti prelibati.
Adesso siamo nell’aprile del 1970, il nostro eroe è appena andato in pensione dopo ventitré anni vissuti da poliziotto, un quarto di secolo del suo passato raccolto dentro una scatola di cartone. A sessant’anni la carriera dell’eterno commissario che adora percorrere le praterie del ricordo è finita, ma il suo fiuto no. Ha finito un capitolo, non il libro: ecco perché per allontanare quella fastidiosa sensazione di sentirsi come un torsolo di mela nel piatto, in attesa di finire nella pattumiera, l’ex commissario ripensa all’unico caso irrisolto della sua carriera. Forse, non tutto era perduto.
Non tutto è perduto. Un'avventura del commissario Bordelli
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