Nucleo Zero di Luce d’Eramo

Luce D’Eramo è una scrittrice di genio. Come il collega Castellaneta scrive del periodo del terrorismo, ma con una dimensione corale che manca allo scrittore milanese.
"Nucleo Zero" infatti non è la storia di un personaggio che per motivi ideali si dà alla lotta armata, ma di una banda, di un gruppo di persone, il Nucleo Zero, che cerca di destabilizzare lo Stato. Lo fanno per motivazioni diverse, ma di ognuno si cerca di capirne le ragioni.

I terroristi appartengono a classi sociali diverse e sembrano inserirsi nell’alveo della società senza però riconoscersi in essa. Tra loro spicca la figura di Lorenza Vallo, Ex avvocatessa di grido, che dopo una causa a favore di un operaio morto in un incidente, non si riconosce più in una società che non protegge i deboli e cerca di distruggerla. Ha il temperamento di un leader quindi, pur essendo una donna, studia piani, elabora strategie, cerca obiettivi. È partecipe di una rapina e del sequestro di un industriale, ma deve fare i conti con un avversario sagace, un avvocato che sospetta che dietro Lorenza si muova un mondo più complesso. È proprio lui che alla fine crea una tensione nevrotica nella banda che darà adito a molti errori.
Ma ci sono altri personaggi. Ad esempio la coppia di proletari che per sfuggire a una vita stentata cercano nella lotta armata un modo per equilibrare le sorti di una società classista; il medico, insospettabile amico di magistrati e di politici, che cerca forse di vivere un’avventura, il professore che si illude di dare le gambe alle proprie idee di cambiamento sociale attraverso un’azione violenta.

Luce D’Eramo vede anche il punto di vista degli altri, ad esempio l’industriale sequestrato di cui vengono messi in luce i pensieri attraverso una serie geniale di monologhi interiori. Le vittime non sono idealizzate, ciascuno appare con i suoi vizi e le sue virtù. La violenza, sembra dire la scrittrice, non redime nessuno, neppure chi ne è vittima.
È un romanzo doloroso, ma di un dolore lucido, senza sentimentalismo, su un periodo che noi tutti cerchiamo di dimenticare, ma proprio per questo è degno di una rilettura.