Ombre stampate
- Autore: Silvana Fei
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Silvana Fei, classe 1931, nata a Firenze, ma ora vive a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, è al suo primo libro, Ombre stampate (Editoriale Scientifica, 2023, postfazione di Fabrizio Coscia). Una donna anziana, ma ancora lucida, che lascia trasportare dai ricordi, raccontando il tempo prima che nascesse e dopo.
Del primo periodo, basta tenere presente che Firenze per un breve lasso di tempo fu capitale e la Fei scrive che i fiorentini si adattarono subito alle "mollezze" della città più importante: alberghi di gran classe, teatri sempre pieni, feste da balli e mondanità. Chiaramente qui prevale la narrazione di fatti che l’autrice non ha vissuto, nemmeno in famiglia. Quindi chi scrive e i personaggi che ruotano intorno hanno tutti la caratteristica di un "romanzo familiare" tanto che Fabrizio Coscia nella postfazione scrive:
Ma soprattutto, l’autobiografia non è mai ombelicale, per così dire, anzi è un’autobiografia ingannevole, sui generis, decentrata, poiché spesso l’io narrante è assente, si nasconde, si pone ai margini del racconto, preferendo descrivere le vite degli altri più che della propria, o addirittura ciò che gli preesiste (le storie dei genitori, dei nonni, dei parenti.
Nella prima parte l’autrice si deve fidare dei racconti orali che ha sentito e metterli in forma di scritto.
E il titolo del libro riguarda l’infanzia e la prima adolescenza della narratrice, che vede passare i genitori e i parenti e gli ospiti come "ombre stampate", quello che vede passare fuori dalla stanza. Solo ombre. E scrivendo questi ricordi “da bambini”, la scrittrice denuncia anche uno status sociale, il suo , quello benestante, dove i figli dormono separatamente dai genitori, un fatto che nelle case dei contadini e degli operai è impossibile, perché il più delle volte si dorme tutti insieme, in altre poi addirittura i giovani maschi controllano le mucche e le pecore, ma hanno come vantaggio il calore che questi animali producono.
Silvana Fei scrive anche di piccole cose: come il nonno che vinse un premio estratto di centomila lire. La conseguenza fu che lui e la nonna per un anno vissero come nababbi, senza mettere da parte nessun risparmio. Poi a Firenze, giunse la notizia che fosse arrivato un principe indiano.
Silvana Fei ha la capacità di scrivere della guerra e dell’arrivo degli anglo-americani e poi dei vestiti che si erano fatti fare su misura dai nonni milionari per un anno, con l’ironia e il disincanto che sono caratteristiche dei toscani, in special modo dei fiorentini.
Per capire la bravura e il disincanto della Fei che evita il bozzettismo e ogni forma di sentimentalismo del bel tempo che fu, bisogna portare un piccolo passo di questa storia, che è in fondo una lunga novella, se dobbiamo dare una definizione certa nell’inquadrare questi capitoli e l’estratto che ha come titolo Fuga pomeridiana:
Di solito, nel primo pomeriggio, scappavo di casa e mi nascondevo dietro un leccio del prato prima di avviarmi giù per la viottola che menava al Virginio. Aspettavo in silenzio sperando che la mamma non si accorgesse della mia fuga. Poi, a gambe levate, inforcavo la stradina che tagliava fra i campi per un percorso più lesto.
Non c’è bisogno di essere dei lettori forti e consapevoli nella scrittura analitica del testo, per mettere in rilievo questo bellissimo italiano, come se chi scrivesse fosse una autrice navigata e accorta, che ha già un suo pubblico che compra il libro con l’assoluta fiducia di non restare deluso.
La stessa bandella dove si inseriscono i dati biografici e i libri già pubblicati, che la casa editrice ha ritenuto opportuno riferire, riporta che Silvana Fei, dopo l’infanzia e gli anni da “bella fiorentina”, visse a Firenze fino al 1954, anno del suo matrimonio. E a dirla tutta, se un lettore qui e ora trova che per il matrimonio Fei fosse anagraficamente troppo giovane, ventitré anni erano più che sufficienti per contrarre l’unione in chiesa e anzi, in un periodo come gli anni Cinquanta del precedente millennio, tra le ricostruzione edili, le elezioni politiche dove votavano anche le donne finalmente, a sposarsi erano in quantità maggiore le diciottenni, soprattutto tra le figlie dei contadini nelle meravigliose terre di Toscana.
Libro sorprendente, bello e prezioso dove non solo vengono narrati tanti anni in fila, ma dove ci delizia, l’umiltà e il trascorrere del tempo, che non è mai “perduto”.
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