Opus Metachronicum
- Autore: Sonia Caporossi
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Una splendida copertina, i tratti del volto di un uomo i cui occhi sono nascosti e ridotti a piccole fessure dalla pelle che cade sulle palpebre, i pensieri si sono posati su di essi e dentro di essi, per condurlo ad una visione differente della realtà. Un libro straordinariamente bello che fin dalle prime pagine mi ha entusiasmato e coinvolta in una delle letture più originali finora. Opus Metachronicum, l’opera metacronica (un movimento ondivago che crea uno sfasamento spazio tempo) della poetessa, scrittrice e musicista Sonia Caporossi, pubblicata dalla Corrimano Edizioni, racchiude suggestioni letterarie e filosofiche formative dell’autrice. Una trama intrigante e impegnativa: sono le storie di alcuni personaggi famosi ai quali è stata riscritta la vita e, narrandola in prima persona, sembrano recitarla su di un proscenio di fronte ad un’invisibile platea di spettatori.
Un avvenimento trasferito in un tempo successivo a quello in cui è realmente accaduto, il dominus del romanzo, perché ogni biografia ha la sua antitesi, scrive l’autrice, è la singolare trama che lega i dodici racconti narrati, quelli di Van Gogh, Pier Paolo Pasolini, Margherite Yourcenar e tanti altri. “In questi racconti si vince e si traguarda solo perdendosi ed errando perché i personaggi di Opus sbagliano in modo esatto fino a fondersi e a non riconoscersi più… abitati d’altro e in continua tensione verso l’altrove…“, è l’interpretazione di Antonella Pierangeli che ha curato la prefazione al libro. Una riscrittura della storia che conduce in una discesa a precipizio, in una dimensione narrativa intima che tra visioni, dolore e demoni che popolano l’animo umano, raccontano le ignominie a cui siamo sottoposti nella realtà della vita.
“Che cosa diavolo dovrei osservare, in una galleria d’arte ricolma di individui senza forma né contenuto, di cui vedo sempre e solo la nuca, silenziosamente rivolti di spalle, con il bavero alzato e le braccia conserte. Dovrei forse prestare attenzione a ciò che loro stessi stanno osservando? Perché sembrano tutti spavaldamente attenti, sereni e sicuri? Gli unici volti umani che vedo, in questo corridoio di luci soffuse e di riflessi pavimentali, sono quelli delle tele, sono quelli dei ritratti, sono quelli non umani.“
Sono le parole del monologo del personaggio di Van Gogh, il primo dei racconti con il quale il libro si apre, e dopo averle pronunciate il protagonista si acceca con un dito, per non poter essere più in grado di assistere impotente al massacro della sua arte.
In questi viaggi al di là del tempo incontriamo il marito della Bovary, medico, il cui sommo diletto è osservare il sangue stillare dalle ferite e, assetato, finirà per massacrare moglie e figlia solo per coglierne l’odore; Marcel Proust diventerà un mostro di insensibilità verso tutto e tutti, e spinto dal desiderio di imparare ad amare Albertine, la sevizierà. Pier Paolo Pasolini è intento ad osservare un gatto randagio che si muove tra i rifiuti e, nel guardare i suoi movimenti, rivive la sua dannazione esistenziale, la sua cultura e la sua natura, poche ore prima di essere ucciso.
“Cerco la condensazione di ogni dualismo sterile in una pagina grondante sangue e polvere, odore e sapore. Eppure, ecco, no, non ci riesco; così rimango scisso, frammentato, diviso. Cultura di giorno e natura di notte nei miei inferni precostituiti, nel mio istinto vitale.”
Nel racconto successivo sarà Jack Lo Squartatore che aggirandosi ad Ostia, la notte dell’assassinio, tra le radure di cespugli inciamperà nel cadavere del letterato, poeta, eliminato allo scopo di pulire l’umanità dalla feccia del pretesto intelletto.
Il racconto, infine, di Marguerite Yourcenar è il più commovente; ella scriverà l’ultima lettera a Grace, la compagna della sua vita, e poggiandola sul marmo freddo della sua tomba, le prometterà di riabbracciarla presto.
Opus Metachronicum di Sonia Caporossi è un testo interessante, originale e non di facile lettura. Forse è questo che lo rende unico e sorprendente. Una scrittura elegante e colta, racconti brevi, sferzanti e intensi che rimandano all’arte, alla filosofia, alle lettere e alla storia. Una lettura che affascina per la sua narrazione dotta, che trascina in un vortice di spazio e tempo, di sofferenze e orrore, di poesia e intimità, allo scopo di abbracciare l’uomo e la sua storia, facendone emergere verità profonde e spesso indicibili. Consigliato!
Opus metachronicum
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