Pagine di Giuseppe Fava

Giuseppe Fava, nato in provincia di Siracusa nel 1925, giornalista e intellettuale impegnato contro la mafia tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta, venne ucciso in un agguato di Cosa Nostra il 5 gennaio 1984.
Oltre al giornalismo d’inchiesta, la sua poliedricità lo portò a essere narratore, saggista, autore di testi teatrali, pittore.

Uscito nel 1969, Pagine viene riproposto nel 2011 da Mesogea, piccola casa editrice messinese. Un libro di racconti brevi, dove il grottesco si intreccia con il surreale, dove il paradosso spesso permea la banale quotidianità, dove l’inquietudine porta la narrazione in una terra di mezzo tra il gotico ed il mediterraneo.
Schegge di vita ambientate talvolta nelle tipiche realtà paesane siciliane, talvolta al di là di ogni dimensione geografica e temporale.
Le figure di questi racconti, assai composite tra loro, incarnano spesso il lato oscuro degli uomini. La malvagità, l’avidità, le ipocrisie, le bassezze, le manie, le ansie, il cinismo, la lussuria, le ambizioni sfrenate, l’incomunicabilità, la solitudine. Ogni racconto interpreta uno spaccato di umanità.
I protagonisti si muovono sempre sul limite che separa il razionale dall’irrazionale: il politico messo in crisi dal suo stesso elettore; la prostituta desiderosa soltanto di trovare il grande amore; l’innocua vecchietta che risveglia il male dormiente dentro di sé; il poliziotto che persegue "il cattivo pensiero".
Con penna elegante e armoniosa, Fava ammalia il lettore fin dalle prime righe per poi, spesso, sorprenderlo con un finale inatteso.

“Filippo fu seppellito vivo e in realtà nessuno lo seppe mai poiché due sere avanti tutti avevano creduto che fosse veramente morto. Anche Filippo, quando rinvenne e dette con la testa il primo botto contro il coperchio di zinco, non si rese subito conto. ’Uno stupido scherzo’ pensò ’oppure sto sognando! Come sarebbe...?’ “

Questo libro, la cui prima edizione ebbe una diffusione piuttosto limitata, è in realtà un piccolo gioiello narrativo in cui si apprezzano appieno le capacità stilistiche dell’autore. In trecento pagine, troviamo concentrate una settantina di storie ora nella forma di racconto ora in quella di diario. Storie brevi, rapide, quasi miniaturizzate da stare in un guscio di noce. Un prodotto per lettori dal gusto raffinato.

“Una casa a tutti” gridò l’oratore.

Un giovanotto alto, bianco e triste alzò la mano.

“Io voglio la mamma” disse.

“Come la mamma? chiese l’oratore.

“Io sono orfano” rispose il giovanotto e divenne pallido per il dolore.