Palermo nascosta di Fabio Ceraulo

Una città, dice la prefazione di "Palermo Nascosta" di Fabio Ceraulo (Flaccovio, 2012), può essere raccontata attraverso le sue bellezze artistiche ma può essere raccontata anche attraverso le esistenze e gli aneddoti della gente che ci vive o ci ha vissuto. Ceraulo fa proprio questo narra storie che altrimenti andrebbero dimenticate, "seguendo un unico filo sottile, quello della passione della curiosità".

Fabio Ceraulo, palermitano, ama molto la sua città natale e ama in particolar modo girovagare tra i vicoli, le piazze, i mercati e le strade proprio per scoprire "i tesori e le magagne" del capoluogo siciliano. In queste sue peregrinazioni l’autore ha incontrato o conosciuto persone che gli hanno narrato "piccole e grandi storie, legende metropolitane, episodi bizzarri, presunti misteri e curiosità".

In "Palermo Nascosta" sono narrati fatti misteriosi, fatti storici e fatti personali. C’è Vito che ha poteri paranormali e da guaritore; la villa settecentesca della baronessa Lanza a Mondello, abitata da folletti e streghe; le porte che si chiudono e si aprono da sole come quelle di S. Eulalia dei Catalani. C’è anche la memoria storica di una Palermo rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e le testimonianze di chi ha combattuto, disertato, sofferto la fame, vista la morte intorno a lui e, ogni volta che suonava la sirena che annunciava il prossimo bombardamento, ha provato la paura, il terrore, di non arrivare vivo al più vicino rifugio.

La “Bambina che odiava i tedeschi” è uno dei racconti a cui l’autore è particolarmente legato, lo svela lo stesso Ceraulo, e dalle sue parole se ne comprende il motivo:

“Una storia di guerra la cui protagonista è mia madre da piccola, che poi è la bimba che si vede nella copertina del libro in basso a destra”.

Tante le storie vere e autentiche narrate da Ceraulo, due le più toccanti quella di Don Pino Puglisi, suo insegnante di religione e quella di Franco Franchi, compagno di giochi di suo padre. Naturalmente a questi due racconti l’autore è particolarmente legato e con "il cuore in mano" ha reso un grande omaggio ad entrambi.

L’idea del libro è nata da un blog che porta lo stesso titolo, in cui Fabio Ceraulo scriveva tante cose palermitane, dal monumento poco conosciuto a storie varie, alcune poi finite nel libro stesso. Come dice la quarta di copertina senza alcuna pretesa di storicità,

"l’autore riporta con taglio semplice e immediato le dicerie, i piccoli accadimenti e le esperienze agre o divertenti che da secoli, o da appena una generazione, passano di bocca in bocca per le strade e le piazze di una “Palermo Nascosta” che merita di essere svelata".