Pamela, o la virtù premiata
- Autore: Samuel Richardson
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
“Elisa di Rivombrosa", la serie televisiva di Cinzia TH Torrini che tra il 2003 e il 2005 tenne incollati al piccolo schermo fino a 12 milioni di spettatori, è l’adattamento più recente del romanzo Pamela, o la virtù premiata di Samuel Richardson, un classico della letteratura e un capolavoro di analisi psicologica. A lui si ispirò Goldoni ne “La Pamela” o “Pamela nubile” del 1750, prima commedia senza maschere e senza dialetto portata sulle scene anche dalla leggendaria Eleonora Duse.
Pamela, or The Virtue Rewarded) dell’inglese Samuel Richardson, tradotto come Pamela, o la virtù premiata o semplicemente Pamela, pubblicato nel 1740, riscosse un successo straordinario. Un’occhiata alla trama ci permette di capire il perché.
“Pamela, o la virtù premiata”: trama e analisi
Quando viene a mancare la sua benefattrice, presso cui lavora come cameriera e dama di compagnia, la sedicenne Pamela si trova nei guai, oggetto com’è delle avances sempre più esplicite, insistenti, brutali del signor B., figlio della scomparsa. L’autore sceglie lo sguardo del romanzo epistolare per ricostruire, attraverso le lettere che la giovane invia regolarmente ai genitori, il ventaglio emotivo della bellissima protagonista determinata a difendere la propria virtù, ma non immune al fascino del suo nuovo datore di lavoro.
Il romanzo è sintonizzato su una doppia frequenza. Pamela continua a ribadire la distanza imposta dalla sua condizione servile. Il signor B. di decenza e distanza se ne infischia, tanto da offrirle del denaro in cambio del silenzio. Le apparenze suggeriscono di non far trapelare un rapporto troppo confidenziale, che rimane a senso unico. La ragazza non cede all’assedio protratto prima con l’aggressività dell’arroganza, poi con più miti consigli.
In questo capolavoro psicologico, attento al realismo della quotidianità, la protagonista non si scontra con il suo pretendente, è lei stessa incarnazione dello scontro tra maschile e femminile nella società settecentesca. È in questo terreno arbitrale governato dalle regole della convenienza che si gioca la partita del dare e avere. Forte della logica aristocratica, il conte dà per scontato che la servitù si sottometta in toto alla volontà del padrone, la sua. Di contro Pamela impugna l’arma dell’autodeterminazione per difendere la propria integrità morale. Il primo vuole tutto, la seconda rivendica il diritto a non dare.
L’ascesa sociale di Pamela, il lieto fine è anticipato dal titolo, fa da contrappunto a quella di Moll Flanders nell’omonimo romanzo di Defoe. La nostra eroina non diventa una mantenuta di lusso concedendo le proprie grazie a ricchi amanti. Non acquista la rispettabilità facendo dimenticare il suo passato. A permetterle il salto sociale grazie al matrimonio con un aristocratico è la sua integrità morale non disgiunta naturalmente da una bellezza fuori dal comune.
Pamela è il modello perfetto di puritana inglese disposta a difendere con tutti i mezzi il tesoro della verginità, senza farne merce di scambio.
Peccato che il cauto Goldoni abbia snaturato la vicenda inserendo l’agnizione: la sua Pamela in realtà non è di umili origini, in quanto figlia di un nobile scozzese costretto all’esilio.
Ma non crediate che Richardson sia un rivoluzionario perché la giovane integerrima resta un unicum. Di certo la ragazza povera, bella e virtuosa, che riesce a smussare l’aristocratico fino alle nozze è destinata a fare scuola. Indipendentemente dalle varie traduzioni, segnalo un’atmosfera priva di moralismi che insieme alla verve rende questo romanzo, pubblicato nel 1740, attuale e godibilissimo e a tratti comico.
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