Paradisi perduti
- Autore: Emanuele Zeffiro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
La maggior parte degli uomini non è abituata a esprimere i propri sentimenti: paura delle donne, del vincolo in una relazione amorosa. Non sarà da meno il protagonista della storia, Davide, trent’anni, laurea in Fisica e un buon lavoro. Un uomo che si sente a disagio con le sue emozioni, perché lo fanno sentire sentire spesso inadeguato.
Paradisi perduti (Las Vegas edizioni, 2023), con in copertina una stupenda e singolare foto di Sebastián Bronley, è il romanzo d’esordio di Emanuele Zeffiro, padovano, laureato in Chimica, che ama i viaggi, la mountain bike, il teatro e il buon vino.
Nonostante i suoi trent’anni Davide non accetta l’idea che la sua gioia e il senso stesso della sua vita possano dipendere da qualcuno, da una donna o dalla fede in Dio.
Nella relazione con la sua compagna Manuela, gli sembrava “di camminare in un campo minato” e non sempre riusciva a mostrare autenticamente quello che sentiva.
Le donne, poi, avevano quella invincibile tendenza ad invadere, invisibili e leggere come un gas, ogni confine che lui si fosse dimenticato di presidiare. Per lui, una relazione costituiva una continua fonte d’ansia.
La storia di Davide in giro per il mondo sarà legata al legame con le donne, da Manuela, alla cugina Alice desiderata fin dall’infanzia, da Matilda a Lily per la quale proverà un’attrazione che non riuscirà a controllare.
Le donne gli ricordavano la meccanica quantistica, materia di studio all’università: quando pensavi di averle comprese ecco che le leggi della dinamica entravano in gioco e non si veniva a conoscenza di ciò che dicevano e pensavano davvero. Non c’era soluzione. Davide è un uomo ancora adolescente, anaffettivo, narcisista, con la voglia di desiderare senza impegnarsi troppo, come se tutto fosse a sua disposizione: eppure dopo la rottura con Manuela per lui avrà inizio “un periodo di nebbia”, un lento precipitare nel vuoto.
Le giornate scorrevano dolorosamente lente e se Manuela era stata la sua infelicità, ora riusciva ad essere infelice anche da solo. Una solitudine spietata, una camminata più lenta, discorsi monotoni, nessuna risata,“un tedioso presente”, e anche il lavoro sembrava essere un limbo senza tempo con soli tre argomenti giornalieri: pettegolezzi, lamentele e soldi.
La morte del padre lo porterà a ricordare le paure di quando era bambino, del timore innanzi a lui, uomo così rigido, esigente, “inflessibile sostenitore dei cristiani obblighi di disciplina e impegno”. E poi le regole della sua famiglia, valori religiosi, morali e culturali, e quelle sue piccole sfide che giorno dopo giorno gli facevano superare i suoi limiti scoprendo una forza interiore che non pensava di avere.
Un muro spesso tra lui e suo padre: un uomo che si rilassava solo quando i figli erano disciplinati. E sua madre, sempre silenziosa, nel mezzo. Un padre dal carattere di calma apparente per il quale bastava poco per far scoppiare un temporale. Difficile trovare un riparo. Davide era certo che non avrebbe mai provato un sentimento per sempre, mai giurato “eterno amore”, gli sembrava non solo una chimera ma anche un’ipotesi aberrante. L’abitudine a tenere tutto dentro, il problema con le donne, la confessione del bisogno d’amore lo faceva sentire vulnerabile.
Ogni volta che entrava in intimità con una donna, gli sembrava che i suoi confini si dissolvessero e che lei potesse manipolarlo a proprio piacimento...e così tornava a fuggire, ramingo per il mondo o per i suoi mondi interiori; coltivando una diffidenza di fondo verso la parte femminile dell’universo.
Davide e la sua “paura del femminile”. Questa paura lo porterà a essere un adulto immaturo e a proiettare sull’altro le proprie paure e la propria inevitabile frustrazione:
Ritrovandosi, alla fine, solo con la propria miseria.
Nella storia della letteratura quante volte abbiamo incontrato uomini dall’animo complesso, narcisi, spesso anaffettivi, con la paura d’amare perché erano stati feriti, uomini con le loro relazioni d’amore singolari. Oppure la “non-timidezza” di Kafka e la sua ricerca di rapporti amorosi alquanto complessi; il desiderio di dannazione anelato da Baudelaire; l’amore accettato “solo in modo estetico” da D’Annunzio; la dimensione di “irrealtà femminile” del giovane Musil, dominato da donne che non aveva mai viste e che attendeva. E ancor tanto si potrebbe ricordare.
Dopo la pubblicazione di Paradisi perduti si è dibattuto tra noi lettori se sia ancora necessaria una narrativa di questo tipo. Il mio pensiero è che ad oggi lo sia ancora; è importante la narrativa che racconta disagi interiori e sociali, umiliazioni, violenze, sopraffazioni, perché con le sue storie, i cui comportamenti con così tanta fatica si cerca di sconfiggere, è in dialogo con la società e sarà utile nell’elaborare un antidoto. E infine perché, come scrive Edoardo Albinati, “la cultura ci renderà umani”.
Paradisi perduti
Amazon.it: 14,25 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Paradisi perduti
Lascia il tuo commento