Peperoncino
- Autore: Alain Mabanckou
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
Alain Mabanckou, nato e cresciuto in un quartiere di prostitute a Pointe Noire, città del Congo, che ha raccontato nel suo precedente romanzo “Le luci di Pointe Noire” (66thand2nd, 2014), ritorna in libreria con il nuovo romanzo “Peperoncino” (66thand2nd, 2016).
Siamo nel Congo degli anni Settanta, Mosè (Peperoncino) e Bonaventure sono cresciuti insieme nell’orfanotrofio di Loango, istituto cattolico.
“Sono amici per la pelle, anche quando Bonaventure fa domande inopportune e a Mosè viene una gran voglia di picchiarlo. A Loango, tra il catechismo con Papà Moupelo e le affettuose cure di Sabine Niangui, non si sta poi così male, ma siamo in un’epoca di grande fermento, la Repubblica popolare del Congo si sta trasformando in un avamposto africano dell’Unione Sovietica, e all’improvviso arriva la Rivoluzione. Niente più catechismo, niente più danze dei pigmei dello Zaire. La vita nell’orfanotrofio adesso viene scandita”
dalle botte dei sorveglianti e dai proclami del direttore. Mosè scappa dall’orfanatrofio, abbandonando il suo più caro amico e va a vivere per strada nel quartiere delle prostitute dove riceve il soprannome di Peperoncino. L’avventura ha inizio. Costituisce un clan di cui è il leader e trova rifugio da Mamma Fiat 500 e dalle sue dieci splendide ragazze. La vita sembra finalmente sorridergli. Fino a che la felicità si sgretola. Il sindaco di Pointe-Noire decide un intervento energico contro la prostituzione e le band di strada. “Peperoncino” finisce per perdere la testa e l’unica ragione della sua vita diventa vendicarsi di colui che ha interrotto brutalmente il suo destino.
In questo romanzo stregato e ammaliante, Alain Mabanckou ritorna al Paese della sua infanzia, e sa perfettamente coniugare l’ingenuità e la lucidità di ragazzi orfani e di strada con la visione della vita dei grandi, le suore cattoliche, Mamma Fiat 500, le belle prostitute, per darci in una forma stilistica narrativa moderna, veloce, efficiente il punto di vista di tutti i suoi personaggi.
Il protagonista di “Peperoncino”, forse in molti aspetti l’autore stesso, Alain Mabanckou, è la metafora dell’Africano di oggi spesso vittima di regimi dittatoriali soffocanti e di conflitti drammatici. L’autore, scrittore francofono, professore al College de France, in questo romanzo parla del suo Paese con grande amore ma lo descrive con grande lucidità e a volte anche con umorismo, denunciando la corruzione e il nepotismo della leadership politica, la rivalità tra i diversi gruppi etnici e il costante saccheggio del Paese da parte delle potenze occidentali, principali ostacoli allo sviluppo del Congo, ma dell’intero continente Africa. Tutto il sapore della bella scrittura fantasiosa di Alain Mabanckou si trova in questo romanzo che affascina il lettore con la sua carica di realismo, credenze, superstizioni, usi e costumi costumi africani. L’autore ci accompagna attentamente e delicatamente in un mondo magico, quello della sua Africa. L’opera è stata finalista al Prix Goncourt e al Prix Goncourt des Lycéens.
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