Piovono mandorle. La prima indagine della commissaria Gelata
- Autore: Roberta Corradin
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2019
In esergo una significativa citazione di Dürrenmatt:
“La verità resiste in quanto tale soltanto se non la si tormenta."
Un giallo particolare, quello di Roberta Corradin, ricco di ingredienti narrativi. Ingredienti, perché nella biografia dell’autrice vi è tutt’altro genere manifestato: è infatti scrittrice di opere con legami al mondo della gastronomia e anche autrice di un libro umoristico a quattro mani con Luciana Littizzetto: Un attimo, sono nuda (Piemme, 1999).
In Piovono mandorle. La prima indagine della commissaria Gelata (Piemme, 2019) il suo narrato si tinge di giallo, come la stessa vita in alcune sue pieghe. Risulta però forse riduttivo collocare quest’opera in uno specifico genere avendo anche altri “sapori” e risvolti, ma prevale il giallo mediterraneo ambientato nella Sicilia orientale, a Scicli, dove l’autrice vive e gestisce con successo un ristorante, traendo ispirazione dai clienti per i personaggi delle sue “storie”.
Sono presenti nel “gustoso” romanzo giallo tutti i componenti tipici del genere, ovvero un morto con l’indagine in corso e una commissaria, Maria Gelata, in cui si riconosce una figura tipica e caratteristica dei romanzi contemporanei. È un personaggio complesso, con le sue crisi personali e i suoi trascorsi che hanno lasciato un segno nella sua esistenza. Una donna che lotta, che affronta la realtà e che per la prima volta si trova davanti un caso particolare.
La donna commissario percorre la sua esistenza ispirandosi al mito classico e l’insegnamento che gli offrono Medea, Edipo, ecc. trovano eco nelle sue indagini. Un mito che serve a fare divenire dicibile l’indicibile e che fa ritrovare una soluzione al caso. Una figura di commissario, quindi, particolare che compie coscienziosamente il suo dovere di servitore dello Stato ma che non lesina critiche feroci alle istituzioni e alla società.
Non può mancare nella scrittura, in ragione del vissuto dell’autrice, un marcato rapporto con il cibo. Ma nel romanzo si esercita l’immaginazione con un’alterazione del quotidiano in cui il cibo è quotidianità, ospitalità, convivialità e a volte diviene anche fantasia, immaginazione che diviene realtà nei suoi ingredienti. La vittima è un noto psicoterapeuta newyorkese ritornato nel suo paese di origine che per la sua professione è a conoscenza di segreti altrui.
“Hanno ammazzato compare Turiddu.”
“Turiddo chi? Fai presto a dire Turiddu, chiami Turiddu e si volta mezza Scicli.”
“U pissicologo, quello che venne da Nuova York.”
“Buono fecero, quello campava facendosi i fatti degli altri.”
Intorno gli ruotano diversi personaggi, in primis le sue pazienti, ma anche i suoi concittadini tra cui un rinomato chef locale. Fa da sfondo al racconto, la splendida Sicilia barocca di Scicli nel cosmopolitismo dei personaggi che la vivono, provenienti da ogni parte del mondo, dove anche il cibo diviene un simbolo di interculturalità, di convivialità ma soprattutto di dialogo. Una Scicli che viene chiamata all’inizio nel libro “Scinecittà”, in quanto divenuta famosa come set cinematografico del Commissario Montalbano televisivo.
Un romanzo che oltre al “giallo” ben costruito e congegnato nei suoi quattro principali personaggi, oltre a intrigare per l’aspetto relativo alle indagini, apre mondi, fantasie, sensazioni e ha il pregio di leggersi con piacere e gradevolezza.
Piovono mandorle. La prima indagine della commissaria Gelata
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