Polveri sottili
- Autore: Gianluca Nativo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2023
Polveri sottili del bravo Gianluca Nativo è tra i primi romanzi dove il lettore non bada all’orientamento sessuale dei protagonisti. Se ne scorda dopo quindici pagine, forse meno. E poi è scritto con mano felice, un bellissimo romanzo post Tondelli ed era ora. Anche se Nativo non ha fatto tutto da solo, ha tracciato un solco con mano felice tenendo a mente, appunto, il libro cult di Pier Vittorio Tondelli, ovvero Camere separate, che è in esergo insieme a Natalia Ginzburg, col suo Le piccole virtù, una raccolta di racconti meravigliosi, pubblicato nel 1962 da Einaudi e continuamente ripubblicato come long-seller, dove in un racconto intitolato Elogio e compianto dell’Inghilterra scrive che l’Inghilterra è “il paese più malinconico del mondo”. E dalla combinazione tra le due è uscito questo romanzo piena di grazia dal titolo Polvere sottili (Mondadori, 2023).
Sobborgo di Londra, prima del 2016. Eugenio torna a casa dopo aver fatto la notte in un ospedale inglese, una sua scelta dopo la laurea in Medicina e la decisione di lasciare Napoli. A casa trova il suo compagno Michelangelo, che detesta quel sobborgo e Londra in generale, fredda e spettrale, dove le persone escono di casa per lavoro e rivedono l’uscio di casa dieci ore dopo. Michelangelo, invece, non ha ancora un lavoro e la decisione di vivere in Inghilterra venne presa in una notte, quando il ragazzo disse al compagno Eugenio “perché non vivere insieme anche fuori Napoli”. Solo che Eugenio partiva per lavorare e il compagno, dopo una brillante laurea in Lettere, veniva a stare in un’altra città solo per coltivare questo amore, nato da diversi mesi. Ma Eugenio si accorse dopo le prime settimane che Michelangelo non si muoveva dal sobborgo. Andava a Londra solo per frequentare una scuola di “basic english” e poi si sbrigava a tornare a casa dopo la spesa per cucinare per entrambi e metteva la sveglia per preparare il breakfast per tutti e due. Mentre Eugenio dopo la fatica dei turni di notte, una volta a casa si dirige verso il letto, esausto.
Chi scrive sta usando la parola “casa” fin troppo, ma per i due personaggi - chi per lavoro, chi per pigrizia - è il posto in cui vedersi e ritrovarsi ogni giorno. Eugenio, dopo per aver scoperto il vizio per l’ozio del compagno, diventa più malmostoso.
E non è solo l’ozio a infastidirlo, ma il bisogno continuo di Michelangelo di non pensare di essere sul suolo inglese, riprendendo quindi a leggere forsennatamente da Proust a Dostoevskij ai libri novità che trovava nello store vicino casa. Rari i libri in inglese, il compagno leggeva con la traduzione in italiano la maggior parte dei libri usciti di recente, facendosi eventualmente una scorta, le rare volte che tornava a Napoli.
Michelangelo sopportava Londra solo in uno stato di atarassia, quando non era al corso di inglese o aveva smesso di leggere, guardava per ore fuori dalla finestra aspettando il buio, poi cucinava qualcosa, anche se a Eugenio una pizza a consegna andava più bene. Tanto il suo unico scopo era dormire per riacquistare energia per poter affrontare la settimana di notte.
Oltre alla pigrizia e alla mancanza di senso delle giornate di Michelangelo, che faceva benissimo a leggere così tanto e a rileggere, per dimenticare che in Italia si sarebbe potuto giocare il ruolo di assistente universitario, Eugenio in realtà aveva creduto realmente che il suo compagno si mettesse a scrivere. Lo diceva da quando l’aveva conosciuto, forse già la prima sera - e invece ora molto spesso ecco che lo trovava col libro sulla faccia che ronfava. Lo rincuorava solo pensiero che Michelangelo iniziasse a lavorare nella cucina di un ristorante, unico lavoro dove non era necessario avere un “buon inglese”; ma pur sempre un lavoro sì, se non voleva che lo mantenessero i genitori a più di trent’anni, dato che abitavano in una delle città più care al mondo. Londra dopotutto era stata la scelta di due ragazzi che abitavano al Vomero, a Napoli, entrambi nati in una famiglia alto borghese.
Fortunatamente Michelangelo fa un colloquio come redattore di una casa editrice a Milano e viene preso, quindi parte per Milano, città che per certi aspetti gli ricorda Londra. Ma si trova senza amore, in una casa piena di polvere sottile, inoltre a svolgere un lavoro che odia. Infatti è finito a lavorare nella sezione “romance”, a correggere refusi e errori di libri che lui odia. L’unica soddisfazione per lui è la riunione per cercare una buona copertina, perché lui è bravo ad azzeccare non solo quella, ma anche il titolo finale del romanzo. Il resto del lavoro però è un delirio; consiste nel fare fotocopie o inserire dati in un computer.
Invece Eugenio, che dall’inizio aveva sostenuto che un amore a distanza non aveva alcun senso, si ritrova single in una Londra prima di Natale, fredda in un modo disperato. Andrebbe volentieri a lavoro con tre maglioni slabbrati e le galosce; ma è un medico, passato ora a Geriatria, dove per necessità i riscaldamenti sono altissimi. Dopo aver lasciato Eugenio, Michelangelo non ha nuovi amori. A quanto pare, a Milano, tutto passa tramite app, dal sesso occasionale a un nuovo fidanzato.
Libro di grande impatto emotivo, scorrevole, mai banale e Gianluca Nativo è un nome cui fare attenzione. Più che Tondelli, sembra uno scrittore che abbia riletto tante volte le pagine delle sorelle Brönte.
Polveri sottili
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