Pompei 79 d.C. Venti ore alla catastrofe
- Autore: Robert Harris
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Mondadori
“Pompei” è un romanzo che si sviluppa in quattro giorni e ricostruisce le ultime ore di vita di chi ebbe la sventura di trovarsi a Pompei e nelle città vicine durante l’eruzione del Vesuvio dei giorni 24 e 25 agosto del 79 d.C.
L’autore intreccia il fatto storico con la storia di un ingegnere idraulico, Marco Attilio Primo che è chiamato a sostituire l’Aquarius scomparso, Esomnio, come sovrintendente dell’acquedotto Augusto.
L’Aquedotto serve molte città del golfo di Napoli, partendo dalla sorgente del Serino giunge a Miseno fino alla piscina Mirabilis; è qui che Attilio si accorge che l’acqua è contaminata con lo zolfo e questo è il motivo per cui i pesci muoiono. Più tardi capisce che dalle esalazioni di zolfo è dipesa anche la morte del suo predecessore e che esse non sono altro che i prodromi dell’eruzione che di lì a poco si verificherà. Nei giorni in cui Attilio giunge a Miseno, le città vicine a Pompei non ricevono più l’acqua, lui capisce che l’arresto di acqua è dovuto ad una falla che riesce ad individuare e riparare alle pendici del Vesuvio. Attilio affronta uno dei signori più potenti e corrotti di Pompei: Ampliato Ipponace, un ex schiavo arrichitosi sfruttando il terremoto di 17 anni prima. Un disonesto che cerca di corrompere anche l’aquarius come aveva già fatto con Esomnio per lo sfruttamento dell’acqua, ma non trova in lui complicità.
Attilio in questa avventura di pochi giorni incontra la figlia di Ampliato, Corelia, che appropriandosi di alcuni papiri del padre, lo aiuta a far luce sulla truffa organizzata da questi. Ampliato per punirla la rinchiude mentre la terra intorno a loro comincia a tremare preannunciando una catastrofe che non risparmia nessuno dei presenti, tranne un uomo e una donna che afferrano l’idea di rifugiarsi lungo le gallerie dell’acquedotto, mentre una tempesta di sabbia incandescente si precipita giù dalla collina.
Intanto dall’altra parte del Golfo l’ammiraglio della marina, Plinio il Vecchio, anche in questi istanti continua ad osservare e ad appuntare tutto ciò che accade sotto i suoi occhi; anche egli perde la vita, soffocato dai vapori tossici, quando decide di andare ad osservare più da vicino il fenomeno.
“Pompei” è un romanzo di cui ho apprezzato i comprovati riferimenti storici, i cenni di vulcanologia, la descrizione dei luoghi e dei momenti della catastrofe, ma non lo stile narrativo, che a mio avviso è privo di una trama avvincente.
Lo considero tuttavia un omaggio al ricordo di un evento straordinario che
«uccise più di duemila persone in meno di mezzo minuto e lasciò i cadaveri immobili in una serie di coreografie grottesche che i posteri avrebbero osservato a bocca aperta».
Gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano che rievocano quegli attimi di vita, di un popolo sorpreso dalla morte, ne sono preziosa testimonianza.
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ho comprato il libro nel luglio 2009 in una bancarella, quando ero al mare in toscana.
scritto molto bene, e, pur conoscendo ovviamente il finale, l’autore riesce a tenere con il fiato sospeso fino alla fine.. è stata una bella lettura...